Lavoro: quali settori sono in crisi?

Mattia Anastasi
  • Dott. in Economia Aziendale con curriculum Manageriale
12/09/2022

Il mondo del lavoro sta vivendo una fase molto particolare: da un lato vi sono delle aziende che andranno ad assumere molti giovani lavoratori, mentre da un altro vi sono settori in forte crisi a seguito dell’inflazione. Vediamo quali sono i più in crisi e cosa rischiano i lavoratori di questi settori.

Lavoro

Le stime sull’occupazione non promettono niente i buono per i prossimi tre mesi. Nel mese di luglio 2022 vi erano comunque state delle avvisaglie, con gli italiani che avevano perso circa 22 mila posti di lavoro. Oltre a questo però, nella data dell’8 Settembre, è arrivata la conferma che l’occupazione risentirà fortemente della guerra tra Russia ed Ucraina.

Vediamo perché e cosa succederà nel seguente articolo.

Lavoro: quali sono i settori in crisi?

Lavoro, Triste

Cerchiamo in primis di rispondere al quesito principale di questo articolo: quali sono i settori più in crisi sotto il profilo lavorativo? A rallentare di brutto è la filiera produttiva made in Italy, con i dati che evidenziano -13,4%, pari a -42.540 entrate preventivate rispetto sempre al medesimo trimestre 2021. Le aziende più colpite sono quelle della carta, cartotecnica e stampa (-14,6%), meccaniche (-19,9%), metallurgiche (-25,6%) e del tessile, abbigliamento, calzature (-31,2 per cento).

Iniziano a soffrire anche i settori dei servizi, che preventivano un terzo in meno delle assunzioni previste in origine.

Crisi del lavoro: parola ai sindacati

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Date queste premesse, i mesi autunnali si prospettano molto particolari e caldi sotto il punto di vista del lavoro. Ovviamente a giocare un ruolo chiave saranno i sindacati, che dovranno trovare il modo di far valere i diritti di milioni di lavoratori.

La prima a far sentire la propria voce è stata la Cisl:

È evidente dalle previsioni Excelsior che il sistema produttivo sta accusando un certo rallentamento legato alla crisi energetica e a un inevitabile atteggiamento di maggior cautela delle aziende. Un rallentamento che considererei quasi fisiologico in un contesto di incertezza e che sta colpendo soprattutto alcuni settori manifatturieri ed il commercio, mentre altri comparti, come le costruzioni, confermano andamenti positivi.

La colpa viene attribuita all’inflazione, dunque le trattative con il governo saranno sicuramente orientate a diminuirla il prima possibile.