Le preoccupanti prospettive per le future pensioni dei giovani
Oggi andremo a vedere un analisi della preoccupante situazione che riguarda il futuro pensionistico per i giovani
Il tema delle future pensioni per i giovani di oggi è diventato una questione cruciale che richiede l’attenzione dei leader politici. Nel corso degli anni, vari governi hanno promesso soluzioni per affrontare prospettive preoccupanti. Anche l’attuale governo guidato da Giorgia Meloni ha sollevato l’allarme riguardo a un sistema previdenziale che rischia il collasso nei prossimi anni.
Il futuro delle pensioni in Italia
Un’analisi condotta dal Consiglio nazionale dei giovani in collaborazione con Eures ha rivelato dati allarmanti sulla situazione pensionistica dei giovani. La ricerca, denominata “Situazione contributiva e futuro pensionistico dei giovani“, ha proiettato l’età di pensionamento per i giovani under 35 di oggi.
Secondo le proiezioni, se non verranno apportate modifiche al sistema pensionistico, gli under 35 attuali andranno in pensione dopo i 70 anni, per la precisione a 74 anni. Questa prospettiva solleva preoccupazioni non solo riguardo all’età di pensionamento, ma anche all’importo delle pensioni, che potrebbe non differire molto dall’assegno sociale.
Se i giovani under 35 dipendenti dovessero lavorare fino al 2057, percepirebbero un assegno pensionistico lordo di 1.577 euro, che si ridurrebbe a 1.099 euro al **netto dell’**Irpef. Questo importo sarebbe 3,1 volte l’assegno sociale. Per i lavoratori in regime di partita IVA, le prospettive sarebbero leggermente migliori: un assegno mensile di 1.650 euro lordi, ovvero 1.128 euro al netto dell’Irpef.
Perché i giovani andranno in pensione così tardi
L’allungamento dell’età pensionabile per i giovani è determinato da vari fattori. L’aspettativa di vita in Italia sta aumentando, e siccome il paese allinea l’età pensionabile alla speranza di vita (come uno dei 7 paesi OCSE), ciò influisce direttamente sull’età di pensionamento.
Un altro fattore critico, che richiede soluzioni governative, è la crescente precarietà lavorativa, con stipendi sempre più bassi. Nel 2021, la percentuale di giovani con contratti a tempo indeterminato è scesa dal 70,3% al 60,1%. Questo trend di lavoro discontinuo e precario è accompagnato da stipendi limitati: i giovani under 25 hanno guadagnato in media 8.824 euro all’anno, mentre i lavoratori tra i 25 e i 34 anni hanno percepito 17.076 euro.
Affinché i giovani possano aspirare a una pensione, occorrono soluzioni mirate, in particolare sul fronte lavorativo. Queste soluzioni dovrebbero garantire lavoro stabile e continuativo nel corso degli anni, consentendo ai giovani di accumulare i contributi necessari per l’accesso alla pensione, anziché attendere l’età pensionabile che si sposta sempre più in là, oltre i 70 anni.
La sfida è dunque quella di creare un ambiente lavorativo favorevole e stabile che consenta ai giovani di costruire un futuro previdenziale solido, altrimenti le prospettive pensionistiche rimarranno precarie.