Legge di Bilancio 2024: quali bonus potrebbero scomparire?

Rachele Luttazi
  • Esperta in welfare e bonus
  • Laurea Magistrale in Economia dell'Ambiente e della Cultura
13/10/2023

Il governo, con un fondo iniziale di 16 miliardi di euro per il Bilancio 2024, affronta la sfida di bilanciare le riforme e i bonus attualmente in vigore. I bonus come il Superbonus 110% e il bonus per le facciate sono a rischio, mentre le pensioni vedranno poche modifiche, e la detassazione delle tredicesime è stata accantonata a causa di limitate risorse finanziarie, con un focus sul taglio del cuneo fiscale e nuove aliquote IRPEF.

bonus-2

Il governo si trova a fronteggiare il compito di redigere la Legge di Bilancio del 2024, partendo da una dotazione iniziale di 16 miliardi di euro. Tuttavia, questa cifra non basta per coprire tutte le riforme previste e i bonus che milioni di cittadini italiani stanno usufruendo. Vediamo quali bonus potrebbero essere a rischio.

Superbonus 110% e Bonus facciate addio?

bonus-2021-03122021

Uno dei bonus potenzialmente in pericolo è il Superbonus 110%, un’iniziativa ideata per stimolare le ristrutturazioni edilizie ma che ha sorpassato di gran lunga le previsioni di spesa iniziali, arrivando a quasi 100 miliardi di euro.

Un’altra misura a rischio è il bonus per le facciate, anch’essa introdotta nel 2020. Questo bonus potrebbe subire restrizioni sulle entrate e saranno privilegiati i lavori di efficienza energetica.

Pensioni e detassazione delle tredicesime

Per quanto riguarda le pensioni, il governo ha l’intenzione di estendere la quota 103 per consentire un’uscita anticipata dal lavoro a chi ha 62 anni e 41 anni di contributi, ma non sono previsti cambiamenti significativi. Le richieste di abbassare l’età pensionistica a livelli precedenti non verranno accolte.

La detassazione delle tredicesime, volta a beneficiare i lavoratori con bassi ISEE, è stata accantonata a causa delle limitate risorse finanziarie. I fondi previsti per questa misura sono stati allocati per altre iniziative ritenute prioritarie, come la riforma delle pensioni, i costi dell’immigrazione e i salari nel settore pubblico.

Taglio del cuneo fiscale e nuove aliquote IRPEF

In questo contesto, il taglio del cuneo fiscale assume un ruolo di rilievo. Si prevede una riduzione del 6% delle tasse sui salari al di sotto dei 25.000 euro e del 7% per quelli al di sotto dei 35.000 euro. Inoltre, nuove aliquote IRPEF avranno un impatto notevole sulle retribuzioni dei lavoratori.