NASpI 2023 a rischio: cosa fare entro il 31 gennaio

Luca Paolucci
  • Laurea in Economia e Management
  • Laureato in Management Internazionale
24/01/2023

Occhio alla scadenza del 31 gennaio per chi percepisce la Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego (NASpI), l’indennità di disoccupazione riconosciuta ai lavoratori dipendenti che hanno perso il proprio lavoro non per propria volontà. Vediamo nel dettaglio cosa devono fare determinate categorie di lavoratori.

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I soggetti percettori della NASpI che hanno una partita IVA e producono reddito da lavoro autonomo devono provvedere, entro il prossimo 31 gennaio, a comunicare all’INPS il reddito presunto per il 2023. Si tratta di un’adempimento obbligatorio che permetterà all’Istituto di effettuare il ricalcolo dell’indennità mensile.

Vediamo tutti i dettagli nel seguente articolo.

NASpI 2023: occhio alla scadenza del 31 gennaio

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I soggetti che percepiscono la NASpI in seguito alla fine di un contratto di lavoro a tempo determinato, ma che producono reddito da lavoro autonomo perché titolari di una partita IVA nei limiti reddituali consentiti dalla legge, devono provvedere entro il prossimo 31 gennaio a comunicare all’INPS il reddito presunto per il 2023, così che l’Istituto possa ricalcolare l’indennità mensile.

L’adempimento spetta:

  • a coloro che svolgono attività di lavoro autonomo con partita IVA, anche se iscritti ad ordini professionali;
  • a coloro che sono sono iscritti alla Gestione separata INPS;
  • a coloro che hanno un ruolo in una società di persone/capitali;
  • a coloro che sono iscritti alla Gestione Artigiani e Commercianti;
  • a coloro che svolgono attività lavorative parasubordinate, subordinate o occasionali.

Come inviare la comunicazione

I soggetti appena elencati devono autenticarsi nell’area riservata dell’INPS tramite le credenziali SPID, CIE o CNS. Fatto ciò, devono cliccare nel menu in alto a destra alla voce “Comunicazioni Naspi-Com” e, successivamente, su “Invio comunicazioni”. In alternativa, è possibile affidare la pratica ad un patronato.

Ricordiamo che, per avere diritto alla NASpI, il reddito annuo presunto non deve essere superiore a 4.800 euro.

NASpI 2023: cos’è e a chi spetta

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La NASpI è un’indennità corrisposta ai lavoratori dipendenti che hanno perduto involontariamente l’occupazione per un numero di settimane pari alla metà di quelle contributive dei precedenti quattro anni.

NASpI 2023: i beneficiari

Ecco tutte le categorie di lavoratori che possono beneficiare della NASpI:

  • dipendenti a tempo determinato delle pubbliche amministrazioni;
  • personale artistico con rapporto di lavoro subordinato;
  • soci lavoratori di cooperative con rapporto di lavoro subordinato con le medesime cooperative.
  • operai agricoli a tempo indeterminato;
  • apprendisti.

NASpI 2023: chi resta escluso

Restano escluse dall’indennità, invece, le seguenti categorie di lavoratori:

  • dipendenti a tempo indeterminato delle pubbliche amministrazioni;
  • lavoratori titolari di assegno ordinario di invalidità;
  • lavoratori che hanno maturato i requisiti per il pensionamento di vecchiaia o anticipato;
  • operai agricoli a tempo determinato;
  • lavoratori extracomunitari con permesso di soggiorno per lavoro stagionale.

NASpI 2023: come fare domanda

La domanda va inoltrata all’INPS esclusivamente in via telematica e, a pena di decadenza, entro 68 giorni:

  • dalla data di cessazione del rapporto di lavoro;
  • dalla cessazione del periodo di maternità indennizzato qualora la maternità sia insorta nel corso del rapporto di lavoro successivamente cessato;
  • dalla cessazione del periodo di malattia indennizzato o di infortunio sul lavoro/malattia professionale, qualora siano insorti nel corso del rapporto di lavoro successivamente cessato;
  • dalla definizione della vertenza sindacale o dalla data di notifica della sentenza giudiziaria;
  • dalla cessazione del periodo corrispondente all’indennità di mancato preavviso ragguagliato a giornate;
  • dal trentottesimo giorno dopo la data di cessazione, in caso di licenziamento per giusta causa.

Entro i primi 10 giorni di ogni mese l’INPS dà la possibilità di verificare la data esatta del pagamento accedendo al proprio fascicolo previdenziale sul sito web dell’Istituto.