Neonati, permesso retribuito per il padre: quando spetta e come funziona
Ottenere riduzioni dell’orario di lavoro a causa dell’arrivo di un bebè è possibile solo per le mamme? In determinate circostanze anche ai papà è concessa una decurtazione di una o due ore di lavoro per gestire il neonato: vediamo nel dettaglio cosa dice la normativa in vigore.
Per i neo-papà è possibile ottenere una riduzione dell’orario di lavoro per badare ai bisogni del neonato senza perdere alcuna retribuzione.
Questo diritto è compreso all’interno della definizione di lavoratore, ma non sempre è conosciuto in quanto spesso sono le mamme ad usufruirne.
Tale diritto è il cosiddetto “permesso per allattamento“, che consente di tagliare l’orario di lavoro di alcune ore per allattare e accudire il lattante: scopriamo in quali situazioni a beneficiarne è il padre.
Permessi per allattamento: in quali circostanze spetta ai papà?
La definizione di questa particolare possibilità viene data dall’Inps, che nomencla il seguente diritto come “indennità per riposi giornalieri per padri e madri dipendenti”.
Si tratta, nel concreto, di decurtazioni dell’orario lavorativo retribuite al 100%, che si possono ottenere fin quando il neonato ha un anno di vita. Va inoltre specificato che il bambino può essere anche affidato o dato in affidamento alla famiglia.
Per poter usufruire di questo diritto il genitore deve avere un rapporto lavorativo regolare in corso. Per poterne godere il padre e non la madre, invece, devono sussistere le seguenti condizioni:
- la madre dipendente non se ne avvalga per espressa rinuncia;
- la madre appartiene ad una delle categorie non aventi diritto ai riposi stessi.
Che succede se la mamma è disoccupata?
Il padre può godere del diritto al posto della madre anche in altri casi, quali:
- la morte o una grave infermità della madre;
- l’affidamento esclusivo dei figli al padre;
- nel caso in cui la madre non è lavoratrice dipendente.
A logica, si suppone che all’interno della terza categoria vi rientri anche il caso in cui la madre sia disoccupata. Ciò è stato confermato dalla giurisprudenza, con la sentenza n. 4293 del 2008, che ha reputato il padre ammissibile al diritto quando la madre è disoccupata.