Nucleare: chi lo vuole e chi no?

Mattia Anastasi
  • Dott. in Economia Aziendale con curriculum Manageriale
17/08/2022

Uno dei temi più dibattuti nel corso della campagna elettorale è quello del passaggio all’energia nucleare, come sostentamento per raggiungere l’indipendenza energetica. La crisi con il gas russo ha messo a nudo tutte le difficoltà che l’Italia ha dal punto di vista energetico: approfondiamo insieme la questione nel seguente articolo.

Nucleare

Il tema dell’energia nucleare è stato dibattuto per molti anni in Italia, in particolare con il referendum del 1987 che ha bocciato l’applicazione delle centrali. La recente crisi energetica ha fatto però in modo che questo tema tornasse di moda, in quanto ci si è resi conto di quanto l’Italia fosse fragile dal punto di vista energetico.

Vediamo le posizioni dei partiti, anche in vista delle elezioni, riguardo l’energia nucleare.

Energia nucleare: chi è a favore?

Nucleare

Vediamo quale schieramento politico è a favore dell’applicazione dell’energia nucleare e per quale motivo. A paventare l’introduzione dell’energia nucleare è la coalizione del centro-destra, che nel proprio manifesto elettorale ha introdotto al punto 11 quanto segue:

Ricorso alla produzione energetica attraverso la creazione di impianti di ultima generazione senza veti e preconcetti, valutando anche il ricorso al nucleare pulito.

Tale argomento viene introdotto all’interno delle proposte per l’energia, che prevedono la diversificazione degli approvvigionamenti energetici, la realizzazione di un piano per l’autosufficienza energetica e il pieno utilizzo delle risorse nazionali, anche attraverso la riattivazione e nuova realizzazione di pozzi di gas naturale.

Energia nucleare: chi non la vuole?

Nucleare

Vediamo ora chi è contrario all’introduzione dell’energia nucleare in Italia. Come prevedibile il Partito Democratico non segue la linea del centro-destra, e propone come soluzione quella di introdurre dei rigassificatori. Questo però:

 A condizione che essi costituiscano soluzioni-ponte, che rimangano attivi solo pochi anni e che possano essere smobilitati ben prima del 2050, proprio per non interrompere la prospettiva della transizione ecologica. I territori dove verranno installati dovranno inoltre essere coinvolti nelle decisioni e adeguatamente compensati per l’impatto economico e sociale attraverso l’istituzione di un fondo ad hoc.

Di tutt’altro avviso Calenda, che considera il nucleare necessario per raggiungere l’obiettivo zero emissioni, da raggiungere entro il 2050.