Nuova vittoria per i dipendenti pubblici: in aumento le pensioni

Matteo Bertocci
  • Laureando presso l'Università di Perugia
08/08/2023

Elemento perequativo nella base pensionabile. Questa è la nuova svolta che permetterà un aumento delle pensioni ad una certa categoria di lavoratori

Nuova vittoria per i dipendenti pubblici: in aumento le pensioni

Buone notizie si profilano all’orizzonte per i dipendenti pubblici, ma solamente per quelli impegnati in specifici comparti. Secondo il messaggio Inps n. 3224/2023, l’elemento perequativo riconosciuto con il rinnovo contrattuale 2016-2018 diviene parte integrante della base pensionabile, con implicazioni positive sull’importo delle future pensioni e persino sul Trattamento di Fine Servizio (TFS) o Trattamento di Fine Rapporto (TFR).

Elemento perequativo: di cosa si tratta?

Nuova vittoria per i dipendenti pubblici: in aumento le pensioni

Questo positivo cambiamento è frutto dell’ultimo rinnovo contrattuale (triennio 2019-2021), durante il quale l‘elemento perequativo è stato integrato all’interno dello stipendio tabellare. Nonostante possa sembrare un incremento modesto, avrà effetti positivi sull’importo delle pensioni future e sul trattamento di fine rapporto.

L’elemento perequativo è stato introdotto con il rinnovo contrattuale 2016-2018, distinguendosi dalla retribuzione tabellare e beneficiando i dipendenti nei seguenti comparti:

  • Funzioni centrali;
  • Istruzione e ricerca;
  • Funzioni locali;
  • Sanità.

Questo elemento ha contribuito ad aumentare leggermente lo stipendio, superando l’effetto di un mero aumento tabellare, con un incremento che varia da 20 a 30 euro al mese, a seconda del ruolo. Tuttavia, fino a ora, essendo separato dalla retribuzione, non è stato considerato nella Quota A di pensione per coloro che hanno maturato l’anzianità entro il 31 dicembre 1992, né nell’aumento del 18% della base annua, né ai fini della buonuscita.

Cosa cambia con il rinnovo di contratto

Nuova vittoria per i dipendenti pubblici: in aumento le pensioni

La svolta è arrivata con il rinnovo contrattuale 2019-2021, che ha assorbito l’elemento perequativo nello stipendio tabellare, con scadenze differenziate per vari comparti:

  • Dal 1° luglio 2022 per il personale delle Funzioni Centrali;
  • Dal 1° febbraio 2023 per il personale di Istruzione e Ricerca;
  • Dal 1° gennaio 2023 per il personale delle Funzioni Locali;
  • Dal 1° dicembre 2022 per il personale del comparto Sanità.

Ora, quelle decine di euro extra sono diventate parte stabile dello stipendio. Poiché l’elemento perequativo non è più distinto, sarà incluso nei calcoli di:

  • Quota A di pensione (per la parte calcolata con il retributivo);
  • Maggiorazione del 18%;
  • Calcolo di TFS o TFR.

Anche se modesti su base mensile, questi importi, accumulati annualmente, possono contribuire a un piccolo fondo utile sia per il TFR che per la pensione futura. Questo beneficio sarà particolarmente rilevante per i dipendenti pubblici con una considerevole parte della loro pensione calcolata tramite il sistema retributivo, beneficiando di un’anzianità contributiva precedente al 31 dicembre 1992.