Nuovo bonus 150 euro 2022: cos’è, come funziona e a chi spetta

Rachele Luttazi
  • Esperta in welfare e bonus
  • Laurea Magistrale in Economia dell'Ambiente e della Cultura
17/09/2022

Il decreto Aiuti ter introduce un nuovo bonus per lavoratori, pensionati e autonomi dal valore di 150 euro. Vediamo insieme di cosa si tratta, come funziona e a chi spetta.

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Il governo Draghi ha introdotto una nuovo bonus tramite l’ultimo Decreto Aiuti che andrà a sostituire l’ampliamento della platea di beneficiari per il bonus sociale che si sarebbe dovuto realizzare tramite l’innalzamento della soglia ISEE.

Il bonus 150 euro è un’agevolazione che si rivolge a chi possiede un reddito inferiore ai 20 mila euro lordi e si stima che i beneficiari saranno 22 milioni di persone tra dipendenti, pensionati e autonomi.

Vediamo insieme di cosa si tratta nel dettaglio.

Bonus 150 euro 2022: di cosa si tratta

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Il nuovo decreto Aiuti ha introdotto il bonus 150 euro che arriverà nelle buste paga di novembre tramite i datori di lavoro previa presentazione dell‘autodichiarazione. Il bonus spetta a dipendenti, pensionati e lavoratori autonomi che presentano un reddito inferiore ai 20 mila euro lordi nel 2021.

Non costituirà reddito ai fini fiscali e a quelli della corresponsione di prestazioni previdenziali e assistenziali. Secondo quanto si legge nella bozza del decreto Aiuti Ter, l’indennità sarà riconosciuta ai:

  • lavoratori interessati da eventi con copertura di contribuzione figurativa integrale dell’Inps;
  • pensionati insieme ad altre categorie di soggetti con decorrenza entro il primo ottobre;
  • lavoratori domestici;
  • chi percepisce indennità di disoccupazione agricola, co.co.co., dottorandi e assegnisti;
  • lavoratori del settore dello sport, agli stagionali a chi ha un contratto a tempo determinato o intermittente, a quelli dello spettacolo;
  • percettori del reddito di cittadinanza;
  • lavoratori autonomi;
  • titolari di assegno sociale o di pensione o di invalidità civile e di trattamenti di accompagno alla pensione.

Sono esclusi i trattamenti di fine rapporto, il reddito della casa di abitazione e le competenze arretrate sottoposte a tassazione separata. Il decreto stabilisce anche il recupero delle prestazioni indebite correlate alla campagna di verifica reddituale relative ai periodi d’imposta 2020 e alle verifiche relative al periodo d’imposta 2019 e avviato entro il 31 dicembre 2023.