Opzione Donna 2023: cos’è, come funziona e novità
Opzione Donna è stata confermata per il 2023 dalla Legge di Bilancio, la quale però ha modificato l’opzione di pensionamento anticipato. Vediamo insieme in che modo, come funziona e quali sono i requisiti richiesti per accedervi.
La Legge di Bilancio 2023 ha confermato per quest’anno Opzione Donna ma in una nuova versione che inserisce nuovi requisiti per accedervi.
Durante la stesura della nuova Manovra, sono state proposte diverse modifiche all’opzione di pensionamento anticipato, ma dopo svariate discussioni si è giunti alla stesura finale del testo. Inizialmente si era parlato dell’introduzione di un requisito anagrafico legato al numero dei figli, poi una conferma della versione attuale per il 2023 ma solo per un periodo di 6-8 mesi. Ma come cambierà Opzione Donna quest’anno?
Vediamo insieme cosa prevede.
Opzione Donna: le novità introdotte dalla Manovra
La Legge di Bilancio ha confermato Opzione donna per il 2023 ma sarà accessibile soltanto per tre categorie specifiche di lavoratrici: caregiver, invalide almeno al 74% licenziate e dipendenti da aziende con tavolo di crisi.
Inoltre, l’età prevista per accedere all’opzione di pensionamento anticipato è pari a 60 anni e può essere ridotta di un anno per ogni figlio, nel limite massimo di 2 anni, con 35 anni di contributi. Dunque, l’età di accesso è di:
- 58 anni per chi ha avuto due o più figli;
- 59 anni per chi ha avuto un figlio
Opzione donna: come funzionava nel 2022
La versione in vigore fino al 2022 di Opzione Donna prevedeva che ad accedere all’opzione di pensionamento anticipato fossero le lavoratrici dipendenti con 58 anni di età e le lavoratrici autonome con 59 anni di età che avessero maturato almeno 35 anni di contributi.
Secondo il decreto n. 78/2010, il diritto alla decorrenza alla pensione sarebbe scattato dopo:
- 12 mesi dalla data di maturazione dei requisiti previsti per le lavoratrici dipendenti;
- 18 mesi dal raggiungimento dei requisiti per le lavoratrici autonome.