Opzione Donna 2023, novità INPS: come fare domanda?
Per il 2023, Opzione Donna è stata ampiamente modificata dalla Legge di Bilancio. A tal proposito, l’INPS ha comunicato di aver modificato il servizio per presentare domanda in base agli interventi delle Finanziaria.
L’INPS ha comunicato di avere aggiornato il servizio di gestione delle domande per Opzione Donna dopo le modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio 2023.
Secondo quanto previsto dalla Manovra, a partire da quest’anno potranno usufruire dell’opzione di pensionamento anticipato le donne che entro il 31 dicembre 2022 hanno maturato 35 anni di contributi e raggiunto i 60 anni di età. Il requisito anagrafico si riduce di un anno per ogni figlio, per un massimo di 24 mesi.
Vediamo insieme nel dettaglio.
Opzione Donna, le novità INPS
Tramite il messaggio n.467 del 1° febbraio 2023, l’INPS ha comunicato di aver implementato il servizio di domanda per Opzione Donna.
Come fare domanda
La richiesta può essere effettuata tramite una delle seguenti modalità:
- direttamente dal sito internet www.inps.it, accedendo tramite SPID almeno di Livello 2, CNS (Carta Nazionale dei Servizi) o CIE (Carta di identità elettronica 3.0) e seguendo il percorso: “Prestazioni e servizi” > “Servizi” > “Pensione anticipata “Opzione donna” – Domanda”;
- utilizzando i servizi telematici offerti dagli Istituti di Patronato riconosciuti dalla legge;
- chiamando il Contact Center Integrato al numero verde 803164 (gratuito da rete fissa) o il numero 06164164 (da rete mobile a pagamento in base alla tariffa applicata dai diversi gestori).
L’Istituto ha comunicato che nei prossimi giorni sarà emessa un’apposita circolare con ulteriori istruzioni.
Le novità per Opzione Donna nel 2023
Innanzitutto, nel 2023 sarà possibile accedere ad Opzione Donna una volta raggiunti i 60 anni di età e 35 anni di contributi. Il requisito anagrafico diminuisce di un anno per ogni figlio, nel mite massimo di 2 anni.
Chi può usufruire di Opzione Donna nel 2023
Per poter richiedere Opzione Donna è necessario trovarsi in una delle seguenti situazioni:
- assistere da almeno sei mesi il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap grave, ovvero un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto 70 anni oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti;
- avere una riduzione della capacità lavorativa uguale o superiore al 74%, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile;
- essere licenziata o dipendente da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale presso la struttura per la crisi d’impresa.