Pagamenti e ritiro contanti: i limiti nel 2022

Luca Paolucci
  • Laurea in Economia e Management
  • Laureato in Management Internazionale
28/10/2022

La normativa in vigore fissa a 2.000 euro il limite massimo per i pagamenti effettuati in contanti. Nessun tetto massimo, invece, per il ritiro di denaro contante, ma superata una certa soglia potrebbero attivarsi i controlli antiriciclaggio. Vediamo tutti i dettagli a riguardo nel seguente articolo.

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Quali sono i vincoli relativi all’uso del denaro contante?

Per il 2022, il limite massimo per i pagamenti effettuati in contanti è fissato in 2.000 euro, mentre per quanto riguarda il ritiro di cash presso gli sportelli ATM non è stato previsto alcun limite.

Vediamo nel dettaglio cosa dice la normativa a riguardo.

Prelievi e pagamenti in contanti: i limiti

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Nel 2022, per i pagamenti effettuati in contanti la normativa in vigore fissa il limite di 2.000 euro ad operazione.

Il limite è valido sia per i pagamenti verso le aziende che per quelli destinati ad altre persone, compresi i compensi dei professionisti e i regali (come le donazioni a figli o parenti): in tutte queste situazioni, se l’importo è superiore a 1.999,99 euro vige l’obbligo di utilizzare necessariamente mezzi tracciabili, come bonifici bancari o postali, assegni, carte di credito o di debito, carte prepagate e bancomat.

In caso di operazioni in contanti superiori al limite consentito, tuttavia, la banca può chiedere all’utente di giustificare l’operazione: in base alla risposta di quest’ultimo, la stessa banca deciderà se segnalare o meno l’operazione all’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) della Banca d’Italia.

Contanti: nessun limite per i prelievi

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Per quanto riguarda il ritiro di denaro contante, invece, non è previsto alcun limite per i privati. Tuttavia, il sistema dei controlli prevede che, nel caso in cui venga superata la soglia di 10.000 euro in un mese, l’istituto di credito è obbligato a chiedere spiegazioni a riguardo al proprio cliente, in base a quanto previsto dalla normativa in materia di antiriciclaggio.

Se si tratta di operazioni sospette, l’Unità di Informazione Finanziaria (UIF), avvisata dalla direzione centrale della banca, informerà la Procura della Repubblica, che a sua volta deciderà se avviare controlli più approfonditi.