Partite IVA: cosa cambia con la flat tax?
Durante l’appuntamento delle commissioni speciali di camera e senato il nuovo ministro Giorgetti ha parlato, tra le altre cose, anche della flat tax incrementale la quale sarà fuori dal regime forfettario per le partite IVA.
Durante la riunione delle commissioni speciali di Camera e Senato per le audizioni sulla Nadef tenutasi il giorno 9 novembre ha parlato il nuovo ministro Mef Giorgetti. Giorgetti, parlando, ha introdotto varie argomentazioni. Una di queste riguarda proprio le partite IVA, in particolare di flat tax incrementale e di regime forfettario.
La prima mossa in legge di Bilancio sarà quindi quella della conferma e del rafforzamento del regime forfettario. Si intende quindi l’aliquota del 15% applicata alle partite IVA con redditi che, almeno per il momento, non superano i 65mila euro di ricavi e compensi. Vi è poi l’introduzione della flat tax incrementale, la quale sarà valida solo sull’aumento dei redditi dichiarati. Andiamo insieme a vedere cosa è stato detto.
Flat tax incrementale: le novità per le partite Iva
Durante l’incontro il neo ministro Giorgetti ha quindi affermato quanto segue:
“Sono inoltre allo studio altre misure che riguardano l’estensione della soglia di ricavi e compensi che consente ai soggetti titolari di partita Iva di aderire al regime forfetario e un regime sostitutivo opzionale (la cosiddetta flat tax incrementale) per i contribuenti titolari di redditi da lavoro o di impresa non aderenti al regime forfetario che potranno assoggettare ad aliquota del 15% una quota dell’incremento di reddito registrato nel 2022 rispetto al maggiore tra i medesimi redditi dichiarati e assoggettati all’Irpef nei tre anni d’imposta precedenti”
Secondo quanto detto dal nuovo ministro Giorgetti quindi, la nuova misura che sta per essere introdotta, ovvero la flat tax incrementale, è un’ opzione valida per le partite IVA che non applicano il regime forfettario.
Secondo quanto detto nei giorni scorsi, l’ estensione della soglia di ricavi e compensi in studio dal nuovo governo, per entrare nel forfettario, sarebbe di circa 85mila euro. Per finire si è parlato anche di un regime alternativo opzionale sempre fissato al 15%, applicabile ai lavoratori autonomi e alle partite IVA facenti parte del regime ordinario.