Partite IVA: cosa succede a chi non rispetta l’obbligo di fattura elettronica?
Lo scorso anno è entrato in vigore l’obbligo di fatturazione elettronica per le partite IVA, esteso anche a quelle che rientrano nel regime forfettario agevolato. Vediamo nel seguente articolo cosa succede nel caso in cui non venga rispettato tale obbligo.
Dall’estate dello scorso anno tutte le partite IVA, comprese quelle in regime forfettario, sono soggette all’obbligo di emettere fattura elettronica. Allo stesso tempo, è entrato in vigore il meccanismo sanzionatorio: vediamo nel dettaglio come funziona.
Obbligo fattura elettronica: il meccanismo sanzionatorio
Dal 2022 i titolari di partita IVA, compresi quelli in regime forfettario, sono obbligati a presentare la fattura elettronica. Nello specifico, l’obbligo riguarda i contribuenti che hanno conseguito ricavi o compensi, ragguagliati ad anno, superiori a 25.000 euro, i quali sono tenuti ad emettere, conservare e ricevere le fatture in formato elettronico.
L’esonero dall’obbligo, attualmente, spetta a circa 800.000 partite IVA, tra micro imprese, lavoratori autonomi e professionisti.
Ma cosa prevede la normativa nei confronti delle partite IVA che non si sono adeguate all’obbligo di fatturazione elettronica?
Obbligo fattura elettronica: le sanzioni
Chi non emette la fattura elettronica entro 12 giorni successivi a quello di effettuazione dell’operazione viene punito in base alle previsioni dell’art. 6 co. 2 del D.Lgs. n. 471/1997 e, pertanto, con l’applicazione di una sanzione che può oscillare dal 5% al 10% dei corrispettivi, con un minimo di 500 euro se dall’errore non derivano conseguenze sul calcolo dell’IVA o delle imposte sui redditi.
Qualora il contribuente abbia tempestivamente registrato il corrispettivo ai fini delle imposte dirette e abbia altresì provveduto alla tardiva emissione della fattura, verrà assoggettato alla sanzione residuale di cui all’ultimo periodo del comma 2 dell’articolo 6 del D.Lgs. n. 471/1997, ricompresa tra 250 euro e 2.000 euro (Risposta dell’Agenzia delle Entrate all’istanza di interpello n. 520/2021).