Pensione anticipata: quali sono gli svantaggi dal 2024
Dal prossimo anno, l’accesso alla pensione anticipata richiederà un’età minima di 63 anni con un requisito contributivo di 41 anni, anziché i precedenti 62 anni (Quota 104 vs Quota 103). Questo cambiamento riguarderà soprattutto coloro nati negli anni 1960-1961 e comporterà alcune penalizzazioni per chi decide di rimandare il pensionamento in cambio di un incentivo economico.
A partire dal prossimo anno, l’età minima richiesta per accedere alla pensione anticipata non sarà più di 62 anni, ma sarà necessario aver raggiunto almeno i 63 anni.
Questa modifica proposta dal governo comporta una estensione di un ulteriore anno al sistema di pensioni anticipate, pur mantenendo il requisito contributivo di 41 anni. In pratica, si transita da Quota 103 a Quota 104.
Chi sarà interessato da Quota 104
Con l’introduzione di Quota 104, l’età minima per l’accesso alla pensione anticipata è estesa a 63 anni, richiedendo un anno in più rispetto a Quota 103, anche se il lavoratore ha già accumulato 41 anni di contributi.
Questa regola si applica universalmente a tutti i lavoratori, sia dipendenti che autonomi, nel settore pubblico e privato. Tuttavia, le persone nate negli anni 1960-1961, che si trovano in una situazione di confine tra contributi ed età pensionabile, saranno particolarmente interessate da questo cambiamento.
Quanto si perde optando per Quota 104
Oltre a ciò, la decisione di ritardare il pensionamento con Quota 104 rispetto a Quota 103 offre un lieve vantaggio economico poiché l’uscita avviene un anno dopo.
Tuttavia, coloro che optano per il ritardo della pensione e accettano l’incentivo economico (bonus Maroni) subiranno una leggera penalizzazione. Il bonus verrà dedotto dalla quota contributiva a loro carico, riducendo i contributi pensionistici futuri e rendendo la pensione a lungo termine meno generosa.
Tassazione e futuro pensionistico
I contributi sottratti dalla quota contributiva saranno soggetti a tassazione ordinaria, secondo le aliquote fiscali previste dalla legislazione italiana. In sintesi, la scelta di rinunciare alla pensione con Quota 104 può portare a un aumento temporaneo del reddito, ma avrà come conseguenza una pensione meno generosa in futuro.