Pensione senza o con pochi contributi: tutte le opzioni
Esistono diverse soluzioni per coloro che nel corso degli anni hanno versato pochi contributi. Vediamo insieme cosa prevede la normativa italiana in merito.
In generale, per andare in pensione, è necessario versare i contributi. La legge attualmente in vigore prevede che la pensione di vecchia possa essere richiesta a partire dai 67 anni con almeno venti anni contribuzione o 42 anni e 10 mesi per la pensione di anzianità (41 anni e 10 mesi per le donne), a prescindere dal requisito anagrafico. Nonostante ciò, nei prossimi mesi il nuovo governo dovrà occuparsi di una riforma delle pensioni che modificherà le regole attualmente vigenti.
Anche chi non ha mai versato contributi perché non ha mai lavorato o ha lavorato senza un regolare contratto può ottenere l’assegno anche con una minima o nulla anzianità contributiva. Vediamo insieme le soluzioni esistenti.
Pensione senza o con pochi contributi: tutte le possibilità
Oltre alla quota 41 lavoratori precoci, è possibile andare in pensione con la cosiddetta opzione contributiva Dini, che prevede 15 anni di versamenti, fino ad un massimo di 18 anni, almeno un contributo pagato entro il 31 dicembre 1995 e 5 anni dopo il 1° gennaio 1996.
Inoltre, la legge Amato e la Circolare INPS n. 16/2013 ancora oggi in vigore prevedono tre ipotesi che consentono di ottenere la pensione pagando soltanto i contributi per 15 anni:
- la prima si rivolge ai lavoratori che al 31 dicembre 1992 hanno maturato 15 anni di contributi;
- la seconda interessa quei lavoratori che sono stati ammessi alla prosecuzione volontaria per il versamento dei contributi in data anteriore al 31 dicembre 1992;
- la terza è rivolta ai lavoratori dipendenti che possono far valere un’anzianità assicurativa di almeno 25 anni e risultano occupati per almeno 10 anni per periodi di durata inferiore a 52 settimane nell’anno solare.
Chi invece non ha mai versato contributi ha comunque la possibilità di richiedere, a determinate condizioni, una prestazione di tipo assistenziale come l’assegno sociale, l’assegno di invalidità o la pensione di cittadinanza.
Pensione di vecchiaia contributiva: come funziona con pochi contributi
Esistono anche dei casi in cui il numero di anni di contribuzione si abbassa addirittura a cinque. I lavoratori che non hanno contributi versati prima del 31 dicembre 1995 e sono iscritti a casse previdenziali gestite da INPS possono richiedere la pensione di vecchiaia contributiva quando raggiungono 71 anni di età e cinque anni di contributi pagati integralmente dopo il 31 dicembre 1995.
Se i contributi sono stati invece pagati, anche in parte, prima del 1° gennaio 1996 è possibile optare per il trasferimento dei contributi nella gestione separata INPS.
In questo caso si può chiedere di andare in pensione con l’opzione contributiva solo se:
- sono stati accumulati almeno 15 anni di contributi e non cinque;
- almeno uno di questi, e meno di 18, risultano versati prima del 31 dicembre 1995.
Infine, è richiesto non meno di un mese di contribuzione già pagato nella gestione separata.
Pensione casalinghe: come funziona
Il Fondo pensione casalinghe è un fondo di previdenza, istituito presso l’INPS, per le persone che svolgono lavori di cura non retribuiti derivanti da responsabilità familiari e serve a costruirsi una posizione previdenziale, dunque a ottenere la pensione raggiunti i requisiti fissati.
Gli iscritti al “Fondo casalinghe”, con almeno 5 anni di contributi, possono accedere alla pensione di inabilità lavorativa o alla pensione di vecchiaia al compimento di 57 anni.
Nei casi in cui i versamenti non risultino sufficienti a maturare un assegno previdenziale pari all’importo dell’assegno sociale maggiorato del 20 per cento, la pensione sarà però erogata a partire dai 65 anni di età.