Pensioni 2022 più alte: la riforma Irpef e il recupero dell’inflazione

Rachele Luttazi
  • Esperta in welfare e bonus
  • Laurea Magistrale in Economia dell'Ambiente e della Cultura
02/03/2022

Marzo porta con sé buone notizie per chi riceve la pensione. Infatti, a partire dal nuovo mese gli importi degli assegni pensionistici saranno più alti. Ma per quale motivo? E quali sono le novità?

leisure-of-pensioners-min (1)La diminuzione delle tasse e il recupero dell’inflazione, fissata all’1,7%, ha fatto sì che a marzo gli importi degli assegni pensionistici siano più alti. Infatti, l’Inps adegua tutte le pensioni degli italiani alla riforma dell’Irpef e lo fa in modo retroattivo dal 1° gennaio 2022.

Come cambieranno gli importi a partire da questo mese? E per quali motivi? Vediamo insieme.

Pensioni 2022: più alte da marzo

PensioniCon l’inizio di marzo, si assisterà all’adeguamento delle pensioni alla riforma dell’Irpef tramite il conguaglio di tre mensilità di “tagli” alle tasse, che comprendono marzo, gennaio e febbraio.

Inoltre, i pensionati che hanno figli under 21 o disabili non troveranno più nel cedolino le detrazioni e gli assegni familiari, perché sostituiti dall’assegno unico; pertanto, per chi fosse interessato è necessario presentare domanda all’Inps per ricevere la nuova misura.

La riforma Irpef e il recupero dell’inflazione

pensioniLa riforma Irpef del governo Draghi ha modificato scaglioni, aliquote e detrazioni: i primi due vengono ridotti da cinque a quattro e sono identici a quelli applicati ai lavoratori dipendenti. Il nuovo sistema di detrazioni Irpef fa riferimento a 4 scaglioni:

  • l’aliquota del 23% per coloro con un reddito che non va oltre i 15mila euro;
  • l’aliquota del 25% applicata a redditi compresi tra 15.000 ed i 28mila euro;
  • l’aliquota del 35% per redditi compresi tra 28mila e 50mila euro;
  • l’aliquota del 43% destinata a coloro che presentano un reddito oltre 50.001 euro.

A modificare gli importi degli assegni pensionistici c’è anche il recupero dell’inflazione, vale a dire l’adeguamento rispetto al tasso di inflazione in modo tale da contenere il caro prezzi e far mantenere il potere d’acquisto ai pensionati italiani.

L’Istat ha certificato un tasso di inflazione definitivo nel 2021 dell’1,9%, ma sulle pensioni del 2022 verrà recuperato solo l’1,7% e il restante 0,2% passa al 2023 come conguaglio Inps. Anche per questa voce c’è un conguaglio: nei mesi di gennaio e febbraio Inps ha già rivalutato le pensioni all’1,6% inizialmente stimato ma dal mese di marzo si applica l’1,7% e si recupera anche lo 0,1% dei primi due mesi.