Pensioni 2023: cambiano di nuovo le rivalutazioni
Un emendamento alla Legge di bilancio ha modificato ancora una volta la norma relativa alla rivalutazione delle pensioni. Le pensioni minime aumentano a 600 euro per gli over 75 mentre nessuna modifica è stata prevista per Opzione donna. Vediamo insieme le ultime novità.
È stata modificata ancora una volta la norma in Manovra relativa alle pensioni. In particolare, cambiano le percentuali di rivalutazione a partire dal 2023. Inoltre, le pensioni minime sono aumentate a 600 euro per gli over 75 per il prossimo anno e Opzione donna rimane l’uscita anticipata a 60 anni limitata a caregiver, disoccupate e invalide.
Vediamo insieme le ultime novità contenute nella Legge di bilancio per le pensioni a partire dal prossimo anno.
Pensioni: le nuove percentuali di rivalutazione
Un emendamento alla Manovra modifica ancora una volta la rivalutazione automatica delle pensioni per il 2023.
Nello specifico, sale all’85% dell’inflazione la rivalutazione degli assegni compresi tra 4 e 5 volte il minimo (circa 2000-25000 euro). Attualmente, la quota è pari al 90% dell’inflazione, ma l’ultima versione della Legge di bilancio prevedeva l’80%.
Per le pensioni più alte invece gli scaglioni vengono rivisti al ribasso:
- dal 55% al 53% per quelle tra 5 a 6 volte il minimo;
- da 50% a 47% tra 6 e 8 volte il minimo;
- da 40% a 37% da 8 a 10 volte il minimo;
- da 35% a 32% negli assegni oltre 10 volte il minimo (oltre 5000 euro).
Rimane invariata la piena rivalutazione per le pensioni fino a 4 volte il minimo.
Pensioni: le ultime novità in Manovra
È stato approvato l’emendamento alla Manovra che introduce dal 2023 l’aumento delle pensioni minime a 600 euro ma soltanto per gli over 75.
Inoltre, è stata confermata per il prossimo anno anche Opzione donna, ma senza alcuna modifica. Ciò significa che dal 2023 potranno accedere alla pensione anticipata tre categorie specifiche di lavoratrici: caregiver, invalide almeno al 74%, licenziati o dipendenti da aziende con tavolo di cresi. Rimane ancora il requisito anagrafico legato al numero dei figli: l’età di pensionamento viene ridotta di un anno per ogni figlio, fino al limite massimo di 2 anni.