Pensioni 2023: cosa cambia con l’approvazione del Milleproroghe

Rachele Luttazi
  • Esperta in welfare e bonus
  • Laurea Magistrale in Economia dell'Ambiente e della Cultura
07/03/2023

Il Milleproroghe è intervenuto anche sulle pensioni facendo slittare una serie di scadenze. Vediamo insieme nel dettaglio quali sono le ultime novità.

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Il nuovo Decreto Milleproroghe è stato recentemente pubblicato in Gazzetta Ufficiale e tra i vari interventi previsti, alcuni in particolare riguardano le pensioni.

Nello specifico, il decreto ha prorogato la possibilità di andare in pensione con l’isopensione. Inoltre, nei prossimi mesi, le novità introdotte dal Milleproroghe saranno affiancate da ulteriori modifiche. Vediamo insieme.

Pensioni 2023: cosa prevede il Milleproroghe

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Il decreto Milleproroghe ha esteso una serie di scadenze, tra cui anche quella relativa all’accesso all’Isopensione, vale a dire la forma di anticipo pensionistico rivolta ai lavoratori delle aziende private.

Isopensioni: prorogata la scadenza

Il decreto Milleproroghe ha prorogato le Isopensioni fino al 2026. In particolare, gli emendamenti proposti nelle Commissioni Affari Costituzionali e Bilancio del Senato prevedono, infatti, che dopo il comma 5 dell’art.1 del ddl 452 (Milleproroghe 2023) l’aggiunta del comma 5 bis:

(…) all’articolo 1 comma 160 della legge 27 dicembre 2017 n.205, le parole 2018 – 2023 sono sostituite dalle seguenti 2018 – 2026.

Le Isopensioni consistono in unaorma di anticipo pensionistico rivolta ai lavoratori delle aziende private con un numero di dipendenti superiore a 15 e che consente di uscire dal mondo del lavoro sette anni prima rispetto a quanto previsto dagli usuali requisiti contributivi ed anagrafici previsti.

In arrivo la riforma delle pensioni

Si sono tenuti nelle scorse settimane i primi due incontri tra il governo e le parti sociali in merito alla riforma delle pensioni, che dovrebbe entrare in vigore a partire dal prossimo anno tramite la Legge di Bilancio 2024.

Gli interventi della riforma

La riforma dovrebbe intervenire sui requisiti pensionistici in vigore, con la possibilità, stando alle ipotesi in discussione, di abbassare l’età pensionabile per tutti, uomini e donne, da 67 anni di età a 64 anni o a 62 anni.

Inoltre, si vorrebbe estendere la possibilità di accedere a Quota 41 indipendentemente dal requisito anagrafico, stabilizzare Opzione Donna, introdurre anche una pensione di garanzia per giovani e donne e una salvaguardia dei lavoratori precoci.