Pensioni 2023 Opzione donna: bocciato il ritorno alla versione originale

Rachele Luttazi
  • Esperta in welfare e bonus
  • Laurea Magistrale in Economia dell'Ambiente e della Cultura
10/05/2023

La Camera dei Deputati ha bocciato le mozioni che richiedevano il ripristino della versione originale di Opzione Donna. Vediamo insieme nel dettaglio.

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La Camera dei Deputati ha approvato con una maggioranza di 164 voti a favore e 106 contrari la mozione di maggioranza su Opzione donna, impegnandosi a sostenere iniziative specifiche per ridurre il divario di genere nelle pensioni. La proposta, basata sui dati forniti dall’INPS riguardo alle pensioni erogate, mira a colmare questa disparità.

Le proposte dell’opposizione che richiedevano il ripristino completo di “Opzione donna” sono state respinte. Inoltre, l’Assemblea di Montecitorio ha chiesto al governo di individuare forme di flessibilità nell’accesso alle pensioni e di anticipo pensionistico per le donne, nell’ambito delle riforme del sistema pensionistico, considerando anche i vincoli di finanza pubblica. Inoltre, si richiede al governo di esaminare soluzioni innovative per integrare la vita lavorativa con i tempi dedicati alla cura e alla vita quotidiana.

Il tradimento denunciato dall’opposizione e la rabbia delle lavoratrici

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La deputata del Movimento 5 Stelle, Chiara Appendino, ha espresso la sua rabbia e quella delle tante lavoratrici a causa del presunto tradimento da parte del governo e della maggioranza. Appendino ha sottolineato come inizialmente fosse stata creata una legittima aspettativa con l’esplicito impegno nel programma elettorale di Fratelli d’Italia di prorogare Opzione donna, ma poi questa aspettativa è stata delusa. L’accusa di incoerenza è stata rivolta ai politici che si definiscono “patrioti”.

Limitazioni di accesso a Opzione donna nella Legge di Bilancio 2023

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Nonostante l’approvazione della mozione su Opzione donna, la Legge di Bilancio 2023 ha stabilito che l’opzione sia accessibile solo a tre categorie specifiche di lavoratrici. Queste includono caregiver, donne invalide con un’invalidità pari o superiore al 74% che sono state licenziate e dipendenti di aziende che affrontano una situazione di crisi.

Secondo quanto previsto dalla Legge di Bilancio, l’età per accedere al pensionamento anticipato tramite Opzione donna è fissata a 60 anni. Tuttavia, è possibile ottenere una riduzione di un anno per ogni figlio, fino a un massimo di 2 anni, purché si abbiano almeno 35 anni di contributi. Pertanto, le donne che hanno avuto due o più figli possono accedere all’opzione a 58 anni, mentre quelle con un solo figlio possono farlo a 59 anni.