Pensioni 2023: quali sono le alternative a Quota 103

Rachele Luttazi
  • Esperta in welfare e bonus
  • Laurea Magistrale in Economia dell'Ambiente e della Cultura
05/02/2023

Quota 103 è l’opzione di pensionamento anticipato disponibile per il 2023, che permettere di uscire dal mondo del lavoro una volta raggiunti i 62 anni d’età e con 41 anni di contributi. Ma esistono alternative a questa opzione? Vediamo insieme.

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Per il 2023, il governo ha messo a disposizione dei cittadini due opzioni di pensionamento che non richiedono un requisito anagrafico, ma soltanto contribuivo. Stiamo parlando della pensione anticipata ordinaria e quota 41 per i precoci.

Inoltre, come opzione di pensionamento anticipato, l’esecutivo ha introdotto Quota 103, tramite cui è possibile accedere alla pensione una volta raggiunti 62 anni di età e 41 anni di contributi versati.

Ma quali sono le alternative a Quota 103 per accedere alla pensione verso i 62 anni? Vediamo insieme.

Quota 103: come funziona

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La Legge di Bilancio ha introdotto per il 2023 Quota 103, la quale consente di andare in pensione anticipatamente con il raggiungimento dei 62 anni d’età e 41 di contributi. Chi rientra in questa finestra non potrà prendere una pensione superiore a 5 volte la minima, fino alla maturazione dei requisiti (cioè dai 62 ai 67 anni).

Divieto di cumulabilità con reddito da lavoro

Una volta ottenuto l’accesso a Quota 103, non è possibile arrotondare il reddito di pensione con quello di lavoro, tranne in caso di lavoro autonomo occasionale. Si tratta di un divieto che potrebbe non rispettare le esigenze di alcuni lavoratori, che sono in condizioni di lavorare ancora.

Le alternative a Quota 103

Purtroppo, l’unica alternativa che permetta di accedere alla pensione a 62 anni di età, esclusa Opzione Donna per le lavoratrici, si rivolge agli invalidi con disabilità specifica pari o superiore all’80%. Quindi, ad una età così bassa solo invalidi, donne o quanti completano la carriera utile alla pensione anticipata ordinaria o quota 41.

Le fasce di rivalutazione per il 2023

Nel 2023, le pensioni con importo limite pari a 4 volte il trattamento minimo saranno soggette a rivalutazione e a un tasso pari al 7,3%, sulla base dell‘inflazione registrata nel 2022. Le fasce di perequazioni attive dal 1° gennaio sono le seguenti:

  • 100% fino a 4 volte il trattamento minimo
  • 85% da 4 a 5 volte il trattamento minimo
  • 53% da 5 a 6 volte il trattamento minimo
  • 47% da 6 a 8 volte il trattamento minimo
  • 37% da 8 a 10 volte il trattamento minimo
  • 32% oltre le 10 volte il trattamento minimo.