Pensioni 2023, riforma in stallo: cosa sta succedendo

Rachele Luttazi
  • Esperta in welfare e bonus
  • Laurea Magistrale in Economia dell'Ambiente e della Cultura
04/03/2023

I primi incontri tra il governo e la parti sociali hanno iniziato a delineare la riforma delle pensioni, ma non hanno condotto a nulla di concreto. Inoltre, in questo periodo si sta verificando una fase di stallo che sta ritardando ulteriormente l’intervento dell’esecutivo.

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Si sono tenuti nelle scorse settimane i primi due incontri tra il governo e le parti sociali in merito alla riforma delle pensioni, che dovrebbe entrare in vigore a partire dal prossimo anno.

Tuttavia, al momento non è calendarizzata alcuna riunione, dando così inizio a una fase di stallo. Il governo, infatti, è chiamato a intervenire non solo sul sistema pensionistico in generale, ma anche sulle modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio su Ape Sociale e Opzione Donna, che hanno attratto non poche critiche, e l’introduzione di Quota 103.

Pensioni 2023, fase di stallo per la riforma

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L’attuale fase di stallo che riguarda gli incontri tra l’esecutivo e le parti sociali per progettare la riforma delle pensioni non promette niente di buono.

Infatti, la riforma previdenziale deve essere redatta entro l’estate, per permettere l’emanazione dei decreti attuativi e le relative circolari da parte dell’INPS così da renderla operativa dal 1° gennaio 2024.

Quali sono i temi della riforma

Come riportato da Pensioni Oggi, la riforma delle pensioni dovrà innanzitutto stabilizzare Opzione Donna, probabilmente ripristinando la versione precedente all’attuale Legge di Bilancio, ma introdurre anche una pensione di garanzia per giovani e donne e una salvaguardia dei lavoratori precoci, ma anche un’ampia flessibilità in uscita con piccole penalizzazioni, ma anche aumentare i coefficienti di trasformazione, e infine un giusto adeguamento degli assegni previdenziali per chi è già pensionato.

Opzione Donna, tra le priorità

Le modifiche apportate a Opzione Donna dall’ultima Legge di Bilancio hanno fatto discutere non poco le parti, e dopo le pressioni dei sindacati, il governo si è detto aperto a valutare alcuni cambiamenti.