Pensioni: a Marzo aumenta l’assegno

Mattia Anastasi
  • Dott. in Economia Aziendale con curriculum Manageriale
26/01/2023

Sembrava dovesse avvenire per il mese di Febbraio 2023, ma invece l’aumento dell’assegno pensionistico sarà rivalutato per il coefficiente inflattivo solo nel mese di Marzo 2023. Non c’è nulla da temere, in quanto in questa mensilità saranno versati anche gli arretrati dei mesi de Febbraio e Gennaio.

Pensioni

Chi, nel 2022, ha percepito un trattamento pensionistico di valore complessivo superiore a 2.101,52 euro lordi mensili, deve attendere fino a marzo per vedere tale importo aumentare in base all’inflazione registrata l’anno scorso. Queste sono le ultime novità dall’Inps, che però assicura che nel mese di Marzo saranno pagati anche gli arretrati.

Pensioni: via alle rivalutazioni

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Il via alle rivalutazioni degli assegni pensionistici, solamente per coloro che hanno un importo superiore a 2101,52 euro al mese, arriveranno nel mese di Marzo 2023. Ovviamente saranno versati anche gli arretrati di gennaio e Febbraio, ma l’aumento era previsto in origine per il mese di Febbraio.

Rivalutazione pensioni: le comunicazioni Inps

L’Inps ha comunicato che:

Al fine di evitare la corresponsione di somme potenzialmente indebite la rivalutazione è stata attribuita in misura pari al 100% a tutti i beneficiari il cui importo cumulato di pensione sia compreso nel limite di quattro volte il trattamento minimo in pagamento nell’anno 2022 (pari a € 2.101,52). Per i pensionati il cui trattamento pensionistico cumulato è superiore al predetto limite, la rivalutazione sarà attribuita sulla prima rata utile dopo l’approvazione della legge di Bilancio 2023.

Rivalutazione pensioni: posticipata a Marzo 2023

La rivalutazione delle pensioni sarà dunque spostata a Marzo, anche se dalle precedenti comunicazioni si credeva fosse Febbraio il mese più indicato per provvedere alla rivalutazione.

Pensioni: nuove regole di rivalutazione

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Anche quest’anno, le regole di rivalutazione delle pensioni saranno differenti rispetto all’anno precedente. Il valore provvisorio dell’inflazione, pari al 7,3%, viene corrisposto solo in parte e in misura decrescente rispetto all’importo della pensione, fino ad arrivare a un minimo del 32% dell’aumento del costo della vita i trattamenti oltre 5.253,80 euro lordi mensili verranno incrementati del 2,336 per cento.