In questi giorni è stato reso noto da parte dell’Istat il coefficiente di capitalizzazione dei montanti contributivi con cui dal 1° gennaio 2024 verranno rivalutati i contributi pensionistici. Come si può osservare vi è un aumento di oltre il 2,3% sul montante acquisito sino al 31 dicembre dello scorso anno.
Per chi si appresta a ricevere la pensione, o già la percepisce, ci sono buone notizie all’orizzonte. Dopo molti anni finalmente è giunto il momento delle rivalutazioni delle pensioni, che questa volta avverrà secondo un coefficiente molto vantaggioso: chi andrà in pensione dal 1° gennaio 2024 avrà una rivalutazione del 2,3% del montante acquisito al 31 dicembre 2022.
A decretarlo la nota protocollo 2302191/2023 dell’Istat, che è stata pubblicata sul sito del ministero del lavoro. L’aumento che osserviamo è uno dei più importanti in tanti anni, precisamente dal 2009 non si assiste a simili aumenti. Il coefficiente di rivalutazione è pari a 1,023082.
Il tasso sarà applicato per i lavoratori iscritti alle gestioni della previdenza pubblica obbligatoria (INPS), che andranno in pensione tra il 1° gennaio 2024 ed il 31 dicembre 2024. La rivalutazione avverrà per gli anni precedenti al 2022 (quindi non per il 2023 ne per il 2024).
Pensioni: in arrivo le nuove rivalutazioni dell’Istat
La riforma di riferimento per questo genere di questioni è la cosiddetta riforma Dini, secondo cui il montante contributivo deve essere annualmente rivalutato in base alle oscillazioni del prodotto interno lordo degli ultimi 5 anni (meglio noto come tasso di capitalizzazione).
Il tasso di rivalutazione è valido su tutti i tipi di pensioni, di vecchiaia, di anzianità, di invalidità, purché siano erogate dall’INPS, e vale per chi ha iniziato a versare i contributi dal 1996; al contrario invece chi aveva meno di 18 anni di contributi nel 1995, non rientra del tutto nella riforma ed è quindi soggetto al sistema misto (retributivo-contributivo); per chi aveva più di 18 anni di contributi nel 1995 il metodo contributivo si applica solo dal 2012 in poi.
Infine ricordiamo che la pensione viene calcolata tramite aliquota di computo che equivale al 33% della retribuzione percepita per i lavoratori dipendenti, mentre per gli autonomi questa aliquota ammonta a una cifra inferiore, tra il 24 ed il 25%. In ogni caso il nuovo tasso di rivalutazione risulterà vantaggioso per tutte le categorie.