Pensioni: cosa prevede la futura riforma del governo Meloni
Il governo Meloni ha già individuato quali saranno gli interventi previsti per il 2023 al fine di evitare il ritorno della Legge Fornero. Tuttavia, per la riforma delle pensioni si dovrà attendere ancora un anno, ma sembrerebbe che l’esecutivo abbia già un piano in mente.
Per una vera e propria riforma del sistema delle pensioni, si dovrà attendere il 2024. Nel frattempo, però, l’esecutivo ha intenzione di introdurre una misura “ponte” per il 2023, vale a dire Quota 41. Già presente nel sistema pensionistico attuale, questa misura sarà tuttavia introdotta con una soglia anagrafica di 62 anni.
Tuttavia, sembrerebbe che l’esecutivo abbia già in mente un piano grezzo di partenza dal quale sviluppare la futura riforma. Vediamo insieme cosa si sa in merito.
Pensioni: verso la riforma
L’idea del governo Meloni è quello di giungere a Quota 41 “secca”, garantendo le uscite con 41 anni di versamenti a prescindere dall’età anagrafica, entro il 2025-2026. Nel frattempo, l’intenzione sarebbe quella di adottare quote flessibili partendo da un’età minima di 62-63 anni, incentivando il ricorso alla previdenza integrativa con un alleggerimento dell’attuale tassazione.
L’intervento strutturale verrebbe poi modellato per giungere a regime a una separazione della previdenza dall’assistenza e prevedrebbe anche sconti contributivi per le lavoratrici madri, una nuova fase di pace contributiva e riscatti della laurea agevolati per estendere la “copertura previdenziale” dei giovani. Tra i nodi da sciogliere c’è anche quello della possibile modifica dell’attuale meccanismo che adegua i trattamenti all’aspettativa di vita.
La tabella di marcia abbozzata dal governo prevede l’avvio dal 2024 di una riforma organica della previdenza per superare progressivamente la legge Fornero. L’intervento sarà definito all’insegna del dialogo sociale con sindacati, imprese e associazioni di categoria.
Come funzionerà Quota 41 nel 2023
A dicembre scadrà l’esperienza di Quota 102 introdotta dall’esecutivo Draghi, e per evitare il ritorno alla Legge Fornero, il governo Meloni ha deciso di ricorrere per il solo 2023 a una soluzione ponte.
Il nuovo canale di uscita anticipata vedrà Quota 41 associata per 12 mesi a un requisito anagrafico, che dovrebbe essere fissato a 62 anni, a meno che in extremis l’esecutivo non decida di scendere a 61. La Quota 103 di fatto che si verrà creare, seppure in un nuovo formato, sarà accompagnata dalla proroga di un anno di Ape sociale e Opzione donna.