Pensioni: cos’è e come funziona Quota flessibile
La nuova Ministra del Lavoro Marina Calderone si è detta pronta a lavorare sulla riforma delle pensioni per evitare il ritorno delle pensioni. Tra le opzioni al vaglio rientra anche Quota 100 o 102 “flessibile”. Vediamo insieme in cosa potrebbe consistere e quanti lavoratori potrebbe coinvolgere.
Il nuovo governo Meloni è stato annunciato dalla nuova Presidente del Consiglio e per ricoprire il ruolo di Ministra del Lavoro è stata scelta Marina Calderone. Sarà lei ad occuparsi in prima linea della riforma delle pensioni e già emergono le prime idee della nuova Ministra che ha dichiarato di essere pronta ad affrontare la questione il prima possibile:
Sapete perfettamente che non mi sottrarrò ai temi, li affronteremo anche ascoltando le istanze delle parti sociali e di tutti i soggetti portatori di contributi importanti, poi nei prossimi tempi lasciateci fare tutti i necessari passaggi. Ci mettiamo al lavoro.
Tra le ipotesi al vaglio della Ministra c’è l’introduzione di una Quota 100 o 102 “flessibile”: vediamo insieme cosa potrebbe prevedere.
Pensioni: arriva Quota flessibile
Lo scorso maggio, la Fondazione studi dei consulenti del lavoro, categoria di cui la neoministra era al vertice, ha diffuso un’analisi in cui si fa riferimento ad una Quota 100 o 102 “flessibile”. Si tratta di un’opzione che dovrebbe consentire l’uscita dei lavoratori di età compresa tra i 61 ed i 66 anni con almeno 35 anni di contributi e potrebbe coinvolgere ben 470 mila lavoratori.
Ricordiamo che a fine anno scadono Quota 102 (ovvero in pensione a 64 anni con 38 anni di contributi), Opzione donna, (l’uscita per le dipendenti con 58 anni o 59 per le autonome e sempre 35 anni di contributi) e anche l’Ape sociale (da 63 anni per i lavori gravosi).
Le scelte che andranno a comporre la riforma delle pensioni dipenderanno dalle risorse che saranno messe a disposizione dalla nuova Legge di Bilancio. Tra le ipotesi rientrano anche la proroga di Opzione donna e Ape sociale, l’introduzione di Opzione uomo (a 58 anni con 35 di contributi e un taglio dell’assegno) o di Quota 41, sostenuta dalla Lega e dai sindacati ma con un costo non indifferente che potrebbe portare all’introduzione di una soglia anagrafica.