Pensioni: differenza tra previdenza obbligatoria e previdenza complementare
Quali sono le differenze tra previdenza obbligatoria e la previdenza complementare? Vediamo insieme cosa distingue le due tipologie di prestazioni economiche.
Tra i vari tipi di previdenza, si distinguono quella obbligatoria e quella complementare (o integrativa). Vediamo insieme le differenze.
Previdenza obbligatoria: cos’è e come funziona
Tramite questa tipologia di previdenza, lo Stato distingue tra prestazioni pensionistiche e non pensionistiche. Le prime fanno riferimento a quelle prestazioni le cui rendite sono riconosciute a un lavoratore nel momento in cui raggiunge l‘età pensionabile, ovvero l’anzianità anagrafica e contributiva; le secondo sono prestazioni temporanee riconosciute ai lavoratori durante l’età lavorativa nel caso in cui si verifichino eventi che rendono impossibile proseguire l’attività, come ad esempio, una malattia o la gravidanza.
In generale, l’importo della pensione viene determinato dal valore dei contributi versati, dall’età del pensionamento e il PIL del Paese.
Previdenza complementare: cos’è e come funziona
- i lavoratori dipendenti, pubblici o privati;
- i liberi professionisti;
- i lavoratori autonomi;
- i disoccupati;
- gli inoccupati;
- i soggetti a carico (dal punto di vista fiscale).
La pensione complementare si fonda su un meccanismo definito a capitalizzazione. Il capitale versato da chi intende sottoscrivere una pensione complementare è investito in obbligazioni, titoli di Stato, azioni, Fondi Interni o gestione separate tramite un gestore specializzato. Le rendite della sua pensione, quindi, variano a seconda dell’andamento del mercato e soprattutto delle scelte compiute da chi gestisce gli investimenti e possono essere in tutto o in parte anche garantite.
I lavoratori possono scegliere tra le diverse formule di previdenza integrativa.