Pensioni donne 2024: tutte le opzioni disponibili

Rachele Luttazi
  • Esperta in welfare e bonus
  • Laurea Magistrale in Economia dell'Ambiente e della Cultura
17/10/2023

La Legge di Bilancio 2024 non modificherà le attuali regole previdenziali, garantendo la conferma della “quota 103” e dell’Ape sociale. Tuttavia, l’incertezza persiste per l’Opzione Donna e le alternative discusse, come l’assegno di accompagnamento alla pensione o la “quota 84”, presentano diverse opzioni con requisiti variabili.

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Nel prossimo anno, la Legge di Bilancio non dovrebbe apportare modifiche significative alle attuali norme previdenziali, fornendo rassicurazione per coloro che temevano di perdere la possibilità di pensionarsi a 62 anni con 41 anni di contributi.

Tuttavia, ci sono varie opzioni in discussione per le lavoratrici, e la scelta del Governo influenzerà notevolmente il panorama previdenziale. In questo articolo, esploreremo queste opzioni e le loro implicazioni.

Conferma di”Quota 103″ e l’Ape Sociale

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La “quota 103” rimarrà confermata, permettendo ai lavoratori di pensionarsi a 62 anni di età con 41 anni di contributi, offrendo una certezza a chi aspira a una pensione anticipata. Allo stesso tempo, coloro che rientrano nell’Ape sociale continueranno a beneficiare delle pensioni a 63 anni, garantendo stabilità alle loro prospettive previdenziali.

Incertezze su Opzione Donna

L’Opzione donna, insieme ad altre misure, scadrà il 31 dicembre 2023, e non è ancora chiaro se verrà prorogata. L’unica certezza è che il Governo proporrà un qualche tipo di misura per le lavoratrici nel 2024, ma la natura precisa di questa misura rimane da definire.

Un’ipotesi discutibile è un ritorno al funzionamento dell’Opzione donna come era fino al 31 dicembre 2022. In quel periodo, l’età minima per accedere alla pensione era di 58 anni per le dipendenti e 59 anni per le autonome, con 35 anni di contributi.

Assegno di accompagnamento alla pensione

Una proposta alternativa per le lavoratrici è l’assegno di accompagnamento alla pensione. Questa misura consentirebbe alle donne di pensionarsi a partire dai 61, 62 o 63 anni, a condizione di aver accumulato almeno 30 anni di contributi previdenziali. Inoltre, si sta considerando di agevolare ulteriormente le madri, basando i requisiti sul contributo anziché sull’età.

L’ipotetica “Quota 84″**

Un’altra opzione, denominata “quota 84“, rappresenterebbe una sorta di pensione anticipata basata sui contributi, aperta a tutte le lavoratrici, senza considerare l’anno in cui hanno iniziato a lavorare. Per accedere a questa misura, sarebbero necessari almeno 20 anni di contributi e un’età di 64 anni.