Pensioni minime a 1.000 euro: perché il governo non può farlo
Una delle principali proposte di Forza Italia in campagna elettorale è stato l’innalzamento delle pensioni minime a 1.000 euro. Tuttavia, si tratta di un’operazione irrealizzabile: vediamo insieme perché.
In questi giorni, la ministra del Lavoro, Marina Elivira Calderone, sta negoziando con i sindacati in merito alla riforma delle pensioni per evitare il ritorno alla Legge Fornero.
All’interno della maggioranza, i leader della Lega e di Forza Italia continuano a portare avanti le proprie proposte: Matteo Salvini vuole estendere Quota 41 a tutti i cittadini e le cittadine, mentre Silvio Berlusconi punta ad aumentare le pensioni minime a 1.000 euro al mese.
Ma quanto risulta fattibile la proposta dell’ex Premier? Vediamo insieme.
Pensioni minime a 1.000 euro: la proposta di Forza Italia
Forza Italia e Silvio Berlusconi hanno promesso in campagna elettorale di voler aumentare le pensioni minime a 1.000 euro, ma la proposta del partito di maggioranza sembra irrealizzabile.
Pensioni minime: aumentate grazie all’iper-rivalutazione
Nel frattempo, le pensioni minime sono aumentate da 525,38 euro a 571,61 euro grazie a una iper-rivalutazione del 120% rispetto al tasso d’inflazione del 7,3%. Per coloro che hanno raggiunto i 75 anni di età, poi, sono state ricalcolate a 600 euro, per un importo di circa 970 euro in più all’anno. Anche l’anno prossimo saliranno di più dell’inflazione di un altro 2,7%.
Il costo proibitivo dell’operazione
Innanzitutto, nel 2022 ben 6 milioni di pensionati hanno percepito meno di 1.000 euro al mese. Si tratta dunque di una platea non così esigua come si pensa e il costo dell’operazione sarebbe enorme.
L’espero di previdenza Alberto Brambilla stima che il costo si aggirerebbe intorno ai 28 miliardi di euro all’anno, poco meno dell’1,5% del PIL. Questa spesa rappresenterebbe un grave problema per i conti dell’INPS, che già per il 2023 prevede un saldo negativo di 9,7 miliardi di euro a causa della maxi-rivalutazione dovuta all’alta inflazione.
Un problema per i lavoratori di oggi
Inoltre, come riportato da InvestireOggi, i lavoratori di oggi, che sono già costretti in futuro ad andare in pensione con assegni inferiori a quelli dei pensionati attuali e del passato, si caricherebbero di un costo di cui non sarebbero mai beneficiari. Le pensioni minime a 1.000 euro al mese rischiano di premiare i lavoratori che hanno versato poco, che hanno evaso il Fisco e i contributi INPS o coloro che hanno lavorato per pochi anni.