Pensioni, Opzione Donna e Quota 103: il piano del governo
Il governo non ha ancora delineato la sua strategia per le pensioni minime e Opzione Donna, e bisognerà aspettare l’autunno per conoscere eventuali novità. Inoltre, i sindacati si preparano alla mobilitazione contro il decreto lavoro varato dal Governo il 1° maggio, che amplia la precarietà e liberalizza i contratti a termine.
Il governo non ha ancora delineato la sua strategia per quanto riguarda le pensioni minime, Opzione Donna e Quota 103 e bisognerà aspettare l’autunno per conoscere eventuali novità. Nonostante la pressione di Lega e Forza Italia per un aumento delle pensioni minime e la riduzione delle restrizioni su Opzione Donna, il governo ha deciso di sospendere l’allentamento delle restrizioni.
Le pensioni rimangono bloccate
Le misure relative alle pensioni, dalla Quota 103 alle pensioni minime, sono rimaste bloccate e dovranno essere affrontate nella prossima manovra autunnale del governo. La proposta di Lega e Forza Italia per aumentare le pensioni minime quest’anno è stata respinta, ma il governo è impegnato ad agire in questa direzione in vista della prossima manovra. Non è esclusa una proroga dopo qualche aggiustamento.
Intervento atteso in autunno
Il governo dovrà intervenire in autunno per aumentare le pensioni più basse e definire la rotta di Opzione Donna per il prossimo anno, dopo che queste misure sono state bloccate. In particolare, nonostante il pressing di Lega e Forza Italia, non è stato possibile intervenire sulle pensioni minime, mentre Opzione Donna sta perdendo appeal. Inoltre, rimane incerta la situazione dopo Quota 103, con il ministro dell’Economia che esclude per ora una riorganizzazione del sistema previdenziale.
I sindacati contro il decreto lavoro
I sindacati si preparano alla mobilitazione contro il decreto lavoro varato dal Governo il 1° maggio, che amplia la precarietà, liberalizza i contratti a termine e aumenta l’uso dei voucher. Secondo il segretario generale della Cgil, Landini, il decreto va nella direzione opposta a quella richiesta dai sindacati, che chiedono di ridurre la precarietà per combattere i bassi salari e gli incidenti sul lavoro. La mobilitazione inizierà a Bologna, proseguirà a Milano e si concluderà a Napoli il 20 maggio.