Pensioni: perché potrebbe saltare la riforma
Il governo Meloni potrebbe rimandare ulteriormente la riforma delle pensioni. Dopo i primi due incontri tra governo e sindacati, si attende ancora il terzo che è stato rimandato a data da definirsi.
I sindacati sono preoccupati per il fatto che la riforma delle pensioni sembra essersi arenata dopo i primi due incontri tra il governo e i sindacati, e non c’è ancora una data per la terza riunione che dovrebbe riguardare le misure di flessibilità da adottare nel 2024 per superare la legge Fornero e permettere di anticipare l’accesso alla pensione rispetto a quanto previsto da quella legge.
Riforma pensioni in stallo: cosa sta succedendo
Inizialmente, il piano tra sindacati e governo Meloni era di arrivare ad un accordo entro il mese di aprile, ma sembra sempre più difficile raggiungere questo obiettivo.
Perché è tutto fermo
Il governo Meloni ha posto il superamento della legge Fornero come obiettivo da raggiungere entro il termine della legislatura. Tuttavia, è possibile che tutto slitti alla fine dell’estate, con la nota di aggiornamento del Def da presentare entro il 20 settembre. Ciò è dovuto al fatto che il governo sta dando la priorità ad altre questioni come lo stop al superbonus, l’addio al reddito di cittadinanza, la questione migranti e le conseguenze della guerra in Ucraina.
Nuove misure provvisorie
Il rischio concreto per il 2024 è che le novità sul fronte delle pensioni possano essere solo altre misure provvisorie e limitate ad una platea circoscritta di beneficiari a causa delle coperture finanziarie insufficienti per una riforma definitiva che possa soddisfare le richieste dei sindacati, come quella del pensionamento per tutti a 62 anni o con 41 anni di contributi.
I risultati dei primi incontri
Nel primo incontro con i sindacati, la ministra del Lavoro Marina Calderone ha garantito che alcune modifiche a opzione donna sarebbero state poste all’ordine del giorno, ma poi non è stato così e nel secondo incontro, nel quale Calderone non era presente, il sottosegretario Claudio Durigon non ha saputo fornire risposte a riguardo. Una nuova possibilità per opzione donna potrebbe arrivare con un decreto ad hoc ad aprile che ripristini, per un periodo limitato, i vecchi requisiti, consentendo l’accesso alle escluse a causa delle modifiche introdotte nell’ultima manovra.