Pensioni, riduzione degli aumenti nel 2024: cosa sta succedendo
Il governo Meloni è sotto l’occhio della Corte Costituzionale a causa di una norma che riduce l’adeguamento delle pensioni all’inflazione per trattamenti superiori a quattro volte il minimo. La Cida, sindacato dei dirigenti, ha avviato azioni legali per sollevare una questione di legittimità costituzionale, puntando a modifiche strutturali e a lungo termine alle regole della perequazione automatica delle pensioni.
Il governo Meloni è oggetto di azioni legali presso la Corte Costituzionale riguardo a una norma che riduce l’adeguamento delle pensioni in base all’inflazione per trattamenti quattro volte superiori al minimo.
La Cida, sindacato dei dirigenti, ha avviato sette iniziative giudiziarie con l’obiettivo di sollevare una questione di legittimità costituzionale.
Perequazione automatica in discussione
La perequazione automatica delle pensioni, volta a preservare il potere d’acquisto dei pensionati, è al centro dell’azione legale. Questa regola si applica sia alle pensioni dirette che a quelle indirette per i superstiti. In passato, il governo Renzi intervenne con un decreto costoso dopo il rigetto di una proposta simile nel 2015.
Le proposte di modifica alla normativa
La Cida ha presentato proposte di modifica alla normativa per preservare il potere d’acquisto delle pensioni. Queste modifiche si concentrano solo sulla parte delle pensioni che supera una soglia specifica, a differenza delle attuali regole che impongono tagli su tutta l’importo delle pensioni.
Obiettivo: misure strutturali e a lungo termine
L’obiettivo principale della Cida è spingere il governo a implementare misure che affrontino in modo strutturale la questione delle pensioni. Questi cambiamenti dovrebbero avere un impatto duraturo e non solo temporaneo.
Bilancio e risparmi: l’impatto delle regole attuali
Le attuali regole hanno comportato tagli significativi alle pensioni, con una perdita del potere d’acquisto tra il 7,5% e il 9%. Queste misure hanno permesso allo Stato di risparmiare circa 40 miliardi. Con l’ulteriore riduzione prevista per il 2024, i risparmi complessivi aumenterebbero di altri 20 miliardi.