Pensioni: via a Quota 41 per tutti

Mattia Anastasi
  • Dott. in Economia Aziendale con curriculum Manageriale
03/06/2022

Si sta cercando di tracciare la rotta verso la riforma del sistema pensionistico, in particolare per quanto riguarda l’applicazione della così detta Quota 41. La nuova misura è voluta fortemente da Matteo Salvini, in quanto l’obiettivo prefissato è quello di superare definitivamente la Legge Fornero.

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La Lega si mostra molto attiva sul fronte delle pensioni, in quanto dopo aver proposto e messo in atto Quota 100, con scarsi risultati, ora si punta forte su Quota 41. La misura dovrebbe essere messa a disposizione di tutti gli italiani, e andrebbe a rappresentare il primo step verso il superamento della Legge Fornero.

Cerchiamo di capire come funzionerà e se permetterà di uscire prima dal mondo del lavoro.

Quota 41: ecco come funziona

Pensione

Cerchiamo in primis di capire come funziona Quota 41 e quali vantaggi potrebbe portare agli italiani. Va ricordato che si tratta di una forma di pensione anticipata, ossia un sistema che consentirà di uscire prima dal mondo del lavoro, ovviamente per coloro che ne hanno diritto e che sono in possesso di tutti i requisiti. Ad oggi la misura è utilizzabile solamente da coloro che sono svantaggiati. Ma come funziona?

Il funzionamento della misura è semplice: si può andare in pensione a prescindere dall’età che si ha, una volta che si sono maturati i 41 anni di contributi lavorativi. Tale misura avvantaggia leggermente di più gli uomini rispetto alle donne, in quanto quest’ultime andrebbero a guadagnare circa 10 mesi, mentre gli uomini quasi due anni.

Chi può accedere a Quota 41?

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Vediamo ora quali categorie possono accedere al pensionamento anticipato di Quota 41. Nel dettaglio vi possono accedere tutti coloro che hanno un lavoro e che rientrano nelle seguenti categorie:

  • disoccupati: a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale;
  • caregiver: ossia coloro che assistono, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità.
  • invalidi civili: percentuale pari almeno al 74%;
  • dipendenti che svolgano da almeno sei anni all’interno degli ultimi sette attività lavorative usuranti e gravose;
  • lavoratori dipendenti addetti alle attività usuranti o ai lavoratori notturni con almeno 64 notti lavorate l’anno.