Reddito di cittadinanza 2023, arriva il “patto digitale”: di cosa si tratta
La ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha recentemente annunciato che il patto di attivazione digitale sarà il passaggio fondamentale per la riforma del Reddito di cittadinanza. Vediamo insieme nel dettaglio.
Durante l’apertura delle celebrazioni per i 125 anni di Inps, la ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha annunciato lo strumento chiave per riformare il Reddito di cittadinanza sarà il patto di attivazione digitale:
La nuova misura, invece, vedrà come primo passaggio il patto di attivazione digitale e da lì partiranno tutte le misure.
Vediamo insieme cos’altro ha aggiunto in merito al Reddito di cittadinanza la ministra.
Innovazione del welfare come obiettivo
La ministra ha inoltre fatto riferimento all’urgenza di innovare il sistema di welfare odierno con l’obiettivo di adeguarlo alle sfide poste dalla società e dal mondo del lavoro, ma ha parlato anche del potenziamento delle politiche attive, con l’attivazione delle persone come linee guida:
Al centro di tutto resta quel diritto-dovere al lavoro che la Costituzione mette tra i principi fondamentali della Repubblica. Perché il lavoro è anche inclusione e la condizione necessaria per costruire una storia previdenziale solida su cui poggia la meritoria attività dell’Inps.
RdC e programma Gol
Nelle scorse settimane 198mila percettori dell’assegno economico che sono considerati “occupabili” nell’ambito del Programma di politiche attive del lavoro Garanzia Occupabilità dei Lavoratori sono stati presi in carico dai centri per l’impiego.
Al via la formazione
Di questi, 161mila saranno avviati verso i percorsi di inserimento lavorativo, di aggiornamento o riqualificazione delle competenze (81,3%). Tra loro, per oltre 47mila è stata già individuata e concordata un’attività formativa da svolgere (29,2%). Ad annuncialo è il ministero del Lavoro.
Cosa prevede l’obbligo di formazione
Già con la Legge che ha istituito il Reddito di cittadinanza (legge n. 4 del 2019), era previsto l’obbligo di attivazione in corsi di formazione per tutti i percettori considerati occupabili. Tuttavia, l’obbligo è rimasto finora su carta e i corsi non hanno mai avuto inizio.
L’obbligo di frequentare un corso di formazione o riqualificazione professionale è stato sottolineato anche dalla nuova Legge di Bilancio, pena il decadimento del beneficio.