Reddito di Cittadinanza: dei beneficiari lavora solo il 20%
Nella fotografia annuale scattata dall’Inps sono stati mostrati anche i dati relativi ai beneficiari del Reddito di Cittadinanza e il relativo stato di occupazione. Ciò che ne è emerso è che solo il 20% dei beneficiari è occupato, con contratti a termine o parziali. Approfondiamo insieme la questione.
I beneficiari del Reddito di Cittadinanza in età lavorativa sono poco più di due milioni: di questi risulta essere occupato solamente il 20%, il 60% dei quali tramite contratti a termine o parziali. A livello territoriale, il Nord evidenzia i dati migliori, ove il 26% dei beneficiari risulta essere anche un lavoratore.
Vediamo insieme altri dati relativi al Reddito di Cittadinanza secondo il report Inps.
Reddito di Cittadinanza: il fallimento dei centri per l’impiego
Come è noto, per trovare lavoro tramite il Reddito di Cittadinanza, si utilizzano i servizi dei Centri per l’Impiego diffusi sul territorio. Questi dovrebbero permettere in teoria ai beneficiari di trovare un’occupazione connessa con le proprie capacità lavorative, in modo da far durare il tempo di somministrazione del Reddito di Cittadinanza il meno possibile.
I dati forniti dall’Inapp parlano però di un grande fallimento da parte dei centri per l’impiego, dove solamente il 4% è occupato grazie ai servizi di questi. E’ evidente che il meccanismo di ricerca del lavoro deve essere potenziato e non si può far leva solamente sull’attività dei Centri per l’Impiego.
Reddito di Cittadinanza: quanti occupati nel 2019?
Quanti erano gli occupati precettori del Reddito di Cittadinanza nel 2019? Fare il paragone con il primo anno di erogazione della misura fa prendere coscienza dell’impatto della pandemia sul mondo del lavoro, in particolare per le classi sociali più deboli. Nel 2019, dei beneficiari del Rdc, erano occupati circa il 33% dei soggetti in età lavorativa.
Si tratta di una differenza importante con il mero 20% degli attuali beneficiari. I settori con più occupazione sono il settore privato, con il 62%, il lavoro autonomo (19%) e il lavoro domestico (8%).