Reddito di Cittadinanza per l’auto-imprenditorialità: come funziona, importi e beneficiari
La normativa del Reddito di Cittadinanza, come dichiarato dall’Inps, prevede un beneficio in più per una determinata categoria di contribuenti. Si tratta del bonus per l’auto-imprenditorialità: vediamo come funziona, a quanto ammonta e a chi spetta.
E’ stata ufficializzata dall’Inps, la possibilità di usufruire di un bonus in più rientrante nel pacchetto del Reddito di Cittadinanza, la misura più importante a livello di assistenza reddituale.
Per una speciale categoria di contribuenti è previsto infatti di poter sfruttare il così detto bonus per l’auto-imprenditorialità. L’Inps nel darne comunicazione, richiama la norma del 29 Marzo 2019 che ha istituito tale beneficio: scopriamo i dettagli del sistema insieme.
Bonus auto-imprenditorialità: a chi spetta e requisiti
Il bonus auto-imprenditorialità, rientrante nel panorama di benefici del Reddito di Cittadinanza, è quella misura che permette ai beneficiari del Reddito che avviano un’attività lavorativa autonoma o di impresa individuale o una società cooperativa, entro i primi 12 mesi di somministrazione totale del bonus, di ottenere la somministrazione di un indennizzo equivalente a sei mensilità di Rdc.
Il massimo mensile si ricorda è 780 euro, dunque si tratta di un discreto aiuto economico in più.
I requisiti per ottenerlo sono stati comunicati dall’Inps e riguarda tutti i soggetti che:
- si trovano all’interno di un nucleo familiare beneficiario dell’erogazione del Reddito di Cittadinanza;
- abbiano avviato entro i primi 12 mesi di erogazione del bonus un’attività economica lavorativa autonoma o di impresa individuale;
- non abbiano interrotto entro i 12 mesi un’attività economica lavorativa individuale.
Come presentare la domanda per il bonus auto-imprenditorialità
La domanda per il beneficio suppletivo al Reddito, può essere effettuata tramite uno dei seguenti canali:
- il sito internet dell’Inps, autenticandosi con PIN in proprio possesso (si ricorda che l’accesso tramite PIN ai servizi online non è più consentito a partire dal 1° ottobre 2021), SPID, Carta Nazionale dei Servizi e Carta di Identità Elettronica;
- gli Istituti di patronato, di cui alla legge 30 marzo 2001, n. 152;
- i Centri di assistenza fiscale, di cui all’articolo 32 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241.