Riforma fiscale: cos’è la nuova mini-Ires

Rachele Luttazi
  • Esperta in welfare e bonus
  • Laurea Magistrale in Economia dell'Ambiente e della Cultura
16/10/2023

Il prossimo Consiglio dei Ministri avvierà la riforma fiscale con misure tra cui la nuova Irpef a tre aliquote e una mini-Ires che riduce le imposte per le aziende che assumono. Vediamo insieme nel dettaglio.

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Il prossimo incontro del consiglio dei ministri, previsto per lunedì, segnerà l’inizio dell’attuazione delle prime fasi della riforma fiscale. Il viceministro Maurizio Leo ha annunciato un approccio graduale, con un provvedimento presentato ad ogni consiglio dei ministri.

Le prime due misure riguardano la nuova Irpef a tre aliquote, che stabilisce una tassazione del 23% per i redditi fino a 28.000 euro (con finanziamento previsto fino al 2024), e la nuova mini-Ires, che riduce le imposte per le aziende che assumono e offre maggiorazioni per le assunzioni di giovani, donne o ex beneficiari del reddito di cittadinanza.

Ires in riduzione per le imprese che assumono

Tasse

All’interno del decreto legislativo, dovrebbe essere inclusa la riduzione dell’aliquota Ires, che verrebbe abbassata dal 24% al 15% per le imprese che assumono. Questa misura mira a promuovere l’occupazione e l’assunzione di personale da parte delle aziende.

Cos’è l’Ires e come è cambiata

L’acronimo Ires sta per Imposta sul Reddito delle Società ed è un’imposta che si applica sui profitti (o sulle perdite) delle società. È stata introdotta a partire dal 1° gennaio 2004 con il nome di Irpeg (Imposta sul Reddito delle Persone Giuridiche) e ha subito modifiche nel corso degli anni.

L’obiettivo principale di questa transizione era l’armonizzazione del sistema fiscale delle imprese italiane con i modelli predominanti nei Paesi dell’Unione Europea.

Imposizione minima globale per le multinazionali

Un secondo decreto legislativo dovrebbe incorporare l’accordo sull’imposta minima globale internazionale, volta a combattere l’elusione fiscale da parte delle multinazionali, in particolare le aziende high tech. Si prevede che questa misura generi entrate fiscali previste per circa 2 miliardi di euro.

Incentivi per il rimpatrio delle attività produttive

Il pacchetto di leggi dovrebbe anche contenere incentivi fiscali per attrarre investimenti, offrendo alle imprese che riportano le proprie attività in Italia un periodo di agevolazioni fiscali di 5 anni.

Questo incentivo mira a promuovere il rimpatrio delle attività produttive nel paese, contribuendo al rafforzamento dell’industria e all’occupazione in Italia.