Riforma fiscale del 2023: le linee guida per il nuovo regime IVA

Matteo Bertocci
  • Laureando presso l'Università di Perugia
07/09/2023

La riforma fiscale avrà un enfasi sulla revisione del regime IVA per allinearne i presupposti all’Unione Europea e migliorare la detraibilità. Questa mira a creare un sistema fiscale più armonizzato e equo, con un periodo di implementazione previsto per il 2024.

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Il Governo italiano sta preparando una riforma fiscale ambiziosa, come previsto dalla Legge 111 del 2023. Questa riforma coinvolge molteplici aspetti del sistema fiscale del paese, con uno sguardo particolare alla riformulazione del regime IVA (Imposta sul Valore Aggiunto).

La Legge 111 del 2023 rappresenta un documento guida, indicando le direttive a cui il governo deve attenersi per la stesura del nuovo Testo Unico o dei decreti legislativi che armonizzeranno il sistema fiscale. Il governo ha a disposizione 24 mesi per completare questa importante riforma.

Riforma fiscale: l’allineamento tra Italia ed Europa

Unione, Europea

Una delle aree chiave di revisione è la disciplina IVA. L’IVA è un’imposta indiretta che tassa i consumi e, secondo la Legge di Delega, la riforma fiscale dovrebbe principalmente mirare all‘armonizzazione tra la legislazione IVA italiana e quella dell’Unione Europea.

In particolare, l’articolo 7 della Legge di Delega enfatizza l’importanza di allineare i presupposti dell’imposta con quelli dell’Unione Europea. Ciò significa che l’Italia dovrebbe adeguarsi alle linee guida stabilite dal Codice IVA dell’UE, che prevede un’aliquota IVA ordinaria di almeno il 15%. Questo potrebbe comportare una revisione dei presupposti e delle operazioni esenti.

Inoltre, si cerca di razionalizzare le aliquote IVA per servizi e prodotti simili, al fine di allinearle con quelle dell’Unione Europea. Saranno anche identificati beni e servizi meritevoli di agevolazioni per soddisfare esigenze sociali rilevanti.

Riforma fiscale: parliamo di detraibilità

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Un altro punto focale riguarda la detraibilità dell’IVA, che dovrebbe essere resa più aderente all’effettivo utilizzo dei beni e servizi. Ad esempio, si prevede la detrazione dell’IVA sui beni strumentali all’attività svolta, cercando di armonizzare i criteri di detraibilità con quelli dell’UE.

Nonostante l’accento sull’armonizzazione, ci sono alcune eccezioni. Ad esempio, l’articolo 7 prevede la riduzione dell’IVA sull’importazione di opere d’arte e la sua estensione alle cessioni di oggetti d’arte, antiquariato o collezioni, seguendo la Direttiva UE 2022/542 del Consiglio.

Inoltre, si cerca di razionalizzare il regime IVA per i Gruppi IVA, semplificando la loro costituzione. Infine, l’IVA per gli Enti del Terzo Settore (ETS) sta subendo una revisione, con l’entrata in vigore delle nuove norme prevista per il 1° luglio 2024.

Mentre la riforma fiscale si sta delineando, è importante tenere presente che ci potrebbero essere differenze tra le dichiarazioni e le reali intenzioni del governo. Tuttavia, queste direttive puntano a creare un sistema fiscale più armonizzato con l’UE e a promuovere una maggiore equità e aderenza alla realtà economica nel regime IVA italiano. La riforma fiscale è un processo in evoluzione che merita attenzione nei prossimi anni.