Riforma fiscale e cedolare secca: quali sono le ipotesi?

Manuela Margilio
  • Laureata in Giurisprudenza presso l'Università di Torino
15/03/2023

Tra i vari punti trattati all’esame della Riforma Fiscale figura la cedolare secca a favore degli immobili commerciali. Scopriamo di cosa si tratta.

Affitto
Per chi non ne fosse a conoscenza la cedolare secca è un regime di tassazione Irpef alternativo a quello ordinario che comporta delle agevolazioni a favore del locatore. Essa si sostanza nell’applicazione di un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali per il reddito derivante dall’immobile concesso in locazione.

Ad oggi tale regime fiscale è previsto solo a favore di soggetti privati che affittano gli immobili al di fuori dell’esercizio di un’impresa, arte o professione.

Con la Riforma Fiscale del nuovo Governo il regime della cedolare secca potrebbe essere esteso anche ai locali commerciali.

Come funziona oggi la cedolare secca

Tasse

Per fruire della cedolare secca il proprietario dell’immobile locato deve effettuare la scelta al momento della registrazione del contratto. Non si tratta dunque di un automatismo e si dovrà utilizzare il modello RLI. L’opzione può altresì essere comunicata all’Agenzia delle Entrate in sede di proroga del contratto.

Le aliquote applicabili sono due:

  • il 21% del canone per i contratti di affitto a canone libero;
  • il 10% del canone per i contratti di affitto a canone concordato.

Cosa potrebbe cambiare con la Riforma Fiscale?

Con la Riforma Fiscale potrebbe essere resa strutturale una misura che, in via eccezionale, era stata prevista nel 2019. Con la Legge di Bilancio di allora era stata prevista infatti la possibilità di applicare il regime di cedolare secca anche agli immobili non privati.

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha deciso di intervenire sulle imposte legate agli immobili al fine di razionalizzare e semplificare il sistema fiscale italiano in riferimento a tutte le categorie di reddito.

Secondo il progetto da attuare la cedolare secca potrebbe dunque essere estesa a tutti gli immobili aventi un uso diverso da quello abitativo. Verrebbero inclusi anche gli immobili ad uso commerciale (come fu nel 2019) ma non solo; si potrebbe infatti estendere la platea anche ad altre categorie.

Occorrerà attendere i decreti legislativi di attuazione della delega per avere delle risposte definitive.