Riforma fiscale in Italia: obiettivo flat tax
L’Italia sta affrontando una riforma fiscale con l’obiettivo di passare dalla progressività dell’Irpef a una possibile flat tax. Il governo Meloni mira a ridurre gli scaglioni e le aliquote, bilanciando l’equità orizzontale e la conformità costituzionale, mentre si affronta la sfida di garantire risorse attraverso la crescita economica.
Il panorama fiscale italiano è in fermento con l’approvazione della recente delega fiscale pubblicata nella Gazzetta Ufficiale lo scorso 14 agosto. Una delle pietre miliari di questa riforma è la revisione dell’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (Irpef), destinata a ridefinire le tasse sul reddito individuale. Questo processo di trasformazione ha avuto inizio con il passaggio dal governo Draghi, che ha ridotto le aliquote Irpef da cinque a quattro, insieme a una riformulazione degli scaglioni di reddito. L’attuale governo guidato da Meloni intende continuare su questa strada, puntando a ulteriori riduzioni degli scaglioni e delle aliquote, con l’obiettivo finale di raggiungere una “flat tax“, un’unico aliquota per tutti, entro la fine della legislatura.
Dall’IRPEF progressiva alla flat tax
Tuttavia, questo percorso verso la “flat tax” si rivela complesso e implica una serie di passaggi intermedi, considerando che l’attuale sistema fiscale italiano è basato sulla progressività delle tasse, contraria all’idea di una tassazione piatta. L’articolo 53 della Costituzione italiana sancisce infatti la progressività fiscale. La sfida principale consiste nel bilanciare la promessa di equità orizzontale, ovvero tasse uguali per tutte le categorie di reddito, con le disposizioni costituzionali. Per raggiungere questo obiettivo, il governo prevede di unificare le detrazioni e le deduzioni sulla base del peso dei redditi.
Flat tax: qual è l’iter
Il percorso verso la flat tax sarà scandito da diversi step intermedi, con possibili decreti attuativi nei prossimi 24 mesi. L’obiettivo è giungere a una riduzione degli scaglioni e delle aliquote Irpef, inclusa nella prossima Legge di Bilancio, potenzialmente con effetti già dal prossimo anno. Tuttavia, il nodo critico rimane la questione delle risorse, che potranno essere garantite solo da una crescita economica sostenuta.
Come potrebbe funzionare?
La riforma potrebbe vedere la riduzione degli attuali quattro scaglioni Irpef a tre. Un’ipotesi avanzata dalla Ragioneria dello Stato prevede una nuova suddivisione in tre scaglioni, con aliquote del 23% per redditi fino a 15.000 euro, 27% per redditi da 15.000 a 50.000 euro e 43% per redditi superiori a 50.000 euro. Questa modifica potrebbe beneficiare maggiormente i redditi compresi tra 28.000 e 50.000 euro, mentre rimane da risolvere il problema dell’equità orizzontale.
Tuttavia, nonostante la volontà di perseguire l’equità fiscale, la delega fiscale non menziona esplicitamente il passaggio da quattro a tre aliquote. Resta da vedere come il governo Meloni gestirà questa sfida complessa, conciliando l’aspirazione alla flat tax con la necessità di rispettare la progressività fiscale sancita dalla Costituzione.