Riforma fiscale, pronte le modifiche all’Irpef: cosa cambierà
Il governo italiano sta per attuare la prima fase della riforma fiscale, che comporta la fusione dei primi due scaglioni dell’IRPEF, portando benefici principalmente a contribuenti con redditi superiori a 15.000 euro. Il viceministro Leo afferma che l’obiettivo è bilanciare il carico fiscale e preservare i vantaggi del taglio del cuneo fiscale, nonostante le sfide economiche.
Il governo italiano sta per compiere un significativo passo nella riforma fiscale, con l’accorpamento dei primi due scaglioni dell’IRPEF, che interessano i redditi fino a 28.000 euro, ad un’unica aliquota del 23%. Questa iniziativa comporterebbe un risparmio fiscale del 2% per coloro che percepiscono redditi compresi tra 15.000 e 28.000 euro.
Riforma fiscale: il nuovo modello tributario
Questa riforma riorganizza il modello dell’IRPEF con tre fasce di aliquota: redditi fino a 28.000 euro tassati al 23%, redditi tra 28.000 e 50.000 euro soggetti al 35%, e redditi superiori a 50.000 euro tassati al 43%.
L’approccio di accorpamento degli scaglioni richiama l’operato del governo Draghi, che nella manovra di bilancio 2022 aveva già unificato cinque scaglioni in quattro.
Questa modifica fiscale interesserà i contribuenti con un reddito superiore a 15.000 euro, rappresentando quasi 24 milioni di individui, ovvero più della metà di tutti i contribuenti soggetti all’IRPEF (il 57%).
Implicazioni per i redditi bassi
I beneficiari con redditi appena superiori ai 15.000 euro percepiranno un vantaggio di circa 20 euro. L’importo del beneficio aumenterà fino a raggiungere i 260 euro annui per coloro i cui redditi superano i 28.000 euro. Tuttavia, per le fasce più basse, con redditi inferiori a 15.000 euro, questa modifica non comporterà alcun beneficio.
Operazione a tenaglia per la crescita
L’intento del governo è di realizzare un’operazione “a tenaglia”, in cui da un lato si aumentano le risorse attraverso la riduzione del cuneo fiscale e dall’altro si alleggerisce il carico fiscale, come spiegato dal viceministro durante un collegamento video all’assemblea di Confindustria Toscana Nord a Pistoia, dove si è discusso del ruolo della fiscalità come motore di crescita e innovazione.
Leo ha sottolineato che le previsioni di crescita sono inferiori rispetto a quelle stimate nel DEF di aprile, attestandosi all’0,8%. Il rapporto deficit/PIL non sarà in linea con le previsioni, ma il viceministro ha ribadito l’impegno a continuare a promuovere le misure previste dal governo nonostante le sfide macroeconomiche.
Riforma fiscale “strutturale”
La riforma fiscale è considerata di natura “strutturale” e mira a trasformare il fisco in un alleato e un collaboratore delle imprese e dei cittadini che rispettano le norme fiscali, promuovendo una collaborazione tra le autorità fiscali e i contribuenti che agiscono in modo corretto.
Aggiornamento del NADEF
Infine, è stato fissato che la Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (NADEF) sarà oggetto di discussione in Aula alla Camera il prossimo 11 ottobre, con le votazioni previste a partire dalle 11:30.