Riforma fiscale, pronte le modifiche all’Irpef: cosa cambierà

Rachele Luttazi
  • Esperta in welfare e bonus
  • Laurea Magistrale in Economia dell'Ambiente e della Cultura
01/10/2023

Il governo italiano sta per attuare la prima fase della riforma fiscale, che comporta la fusione dei primi due scaglioni dell’IRPEF, portando benefici principalmente a contribuenti con redditi superiori a 15.000 euro. Il viceministro Leo afferma che l’obiettivo è bilanciare il carico fiscale e preservare i vantaggi del taglio del cuneo fiscale, nonostante le sfide economiche.

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Il governo italiano sta per compiere un significativo passo nella riforma fiscale, con l’accorpamento dei primi due scaglioni dell’IRPEF, che interessano i redditi fino a 28.000 euro, ad un’unica aliquota del 23%. Questa iniziativa comporterebbe un risparmio fiscale del 2% per coloro che percepiscono redditi compresi tra 15.000 e 28.000 euro.

Riforma fiscale: il nuovo modello tributario

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Questa riforma riorganizza il modello dell’IRPEF con tre fasce di aliquota: redditi fino a 28.000 euro tassati al 23%, redditi tra 28.000 e 50.000 euro soggetti al 35%, e redditi superiori a 50.000 euro tassati al 43%.

L’approccio di accorpamento degli scaglioni richiama l’operato del governo Draghi, che nella manovra di bilancio 2022 aveva già unificato cinque scaglioni in quattro.

Questa modifica fiscale interesserà i contribuenti con un reddito superiore a 15.000 euro, rappresentando quasi 24 milioni di individui, ovvero più della metà di tutti i contribuenti soggetti all’IRPEF (il 57%).

Implicazioni per i redditi bassi

I beneficiari con redditi appena superiori ai 15.000 euro percepiranno un vantaggio di circa 20 euro. L’importo del beneficio aumenterà fino a raggiungere i 260 euro annui per coloro i cui redditi superano i 28.000 euro. Tuttavia, per le fasce più basse, con redditi inferiori a 15.000 euro, questa modifica non comporterà alcun beneficio.

Operazione a tenaglia per la crescita

L’intento del governo è di realizzare un’operazione “a tenaglia”, in cui da un lato si aumentano le risorse attraverso la riduzione del cuneo fiscale e dall’altro si alleggerisce il carico fiscale, come spiegato dal viceministro durante un collegamento video all’assemblea di Confindustria Toscana Nord a Pistoia, dove si è discusso del ruolo della fiscalità come motore di crescita e innovazione.

Leo ha sottolineato che le previsioni di crescita sono inferiori rispetto a quelle stimate nel DEF di aprile, attestandosi all’0,8%. Il rapporto deficit/PIL non sarà in linea con le previsioni, ma il viceministro ha ribadito l’impegno a continuare a promuovere le misure previste dal governo nonostante le sfide macroeconomiche.

Riforma fiscale “strutturale”

La riforma fiscale è considerata di natura “strutturale” e mira a trasformare il fisco in un alleato e un collaboratore delle imprese e dei cittadini che rispettano le norme fiscali, promuovendo una collaborazione tra le autorità fiscali e i contribuenti che agiscono in modo corretto.

Aggiornamento del NADEF

Infine, è stato fissato che la Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (NADEF) sarà oggetto di discussione in Aula alla Camera il prossimo 11 ottobre, con le votazioni previste a partire dalle 11:30.