Riforma pensioni 2023, assegno in due tempi: come funziona
Attualmente, l’esecutivo sta lavorando per trovare una soluzione alla riforma delle pensioni che interesserà il 2023, per evitare il ritorno della Legge Fornero. Tra le ipotesi al vaglio c’è anche la cosiddetta “pensione a due tempi“. Vediamo insieme di cosa si tratta.
Tra le diversi ipotesi al vaglio dell’esecutivo, è stata proposta la cosiddetta “pensione a due tempi”. Vediamo insieme di cosa si tratta.
Riforma pensioni 2023: come funziona la pensione a due tempi
La prima quota corrisponderebbe a quella relativa ai contributi versati, calcolata con il sistema contributivo; la seconda quota, quella retributiva, arriverebbe in un secondo momento. Una volta raggiunta la pensione di vecchiaia, quindi, al lavoratore spetterebbe l’assegno pieno, completo di quota retributiva e quota contributiva.
Tra i possibili requisiti richiesti ci sarebbe il compimento dei 63 o 64 anni dai quali sarà possibile scegliere di lasciare il lavoro e usufruire di questa opzione, per poi ricevere la pensione piena al compimento dei 67 anni, o meno. Un ulteriore requisito previsto è l’essere in possesso di almeno 20 anni di contributi versati allo Stato e aver maturato una quota contributiva di pensione di importo pari o superiore a 1,2 volte l’assegno sociale.
Favorevole a questa soluzione è Pasquale Tridico, presidente dell’Inps, che l’ha descritta come l’unica soluzione “davvero flessibile e finanziariamente compatibile” nei costi rispetto alla platea.