Riforma processo penale 2021: da quando, chi riguarda e cosa cambia

Luca Paolucci
  • Laurea in Economia e Management
  • Laureato in Management Internazionale
24/09/2021

È arrivato ieri 23 settembre 2021 il via libera definitivo alla legge delega sulla riforma del processo penale, il primo dei due interventi che mirano a riformare la macchina della Giustizia del nostro Paese. Vediamo nel dettaglio quali novità introduce il provvedimento.

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Giovedì 23 settembre 2021 è finalmente arrivato il via libera alla legge delega sulla riforma del processo penale.

Decisiva, ovviamente, la fiducia ottenuta da entrambe le Camere, che sblocca il primo dei due interventi pianificati per riformare e rendere più efficiente il meccanismo della Giustizia in Italia.

Vediamo insieme quali sono le principali novità introdotte dalla riforma del processo penale.

Riforma del processo penale: ok dal Parlamento

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Ha finalmente ottenuto la fiducia dal Parlamento la tanto attesa riforma del processo penale, che diventa a tutti gli effetti legge e che conclude la prima fase del processo di ricostruzione dell’apparato della Giustizia in Italia.

L’ok definitivo è arrivato ieri giovedì 23 settembre, con il pacchetto messo a punto dall’Esecutivo Draghi che è stato firmato dalla Ministra della Giustizia Marta Cartabia.

Si attende ora l’approvazione finale anche per il disegno di legge sul contenzioso civile, che ha già passato l’esame al Senato lo scorso 21 settembre.

Riforma del processo penale: le principali novità

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Di seguito riportiamo i principali interventi della riforma del processo finale approvata ieri in Parlamento:

  • la prescrizione non si blocca a seguito del decreto penale di condanna emesso fuori dal contraddittorio delle parti;
  • la preiscrizione del reato rimane bloccata con la sentenza di primo grado (a prescindere che essa sia di assoluzione o di condanna);
  • quando la sentenza viene annullata, con regressione del procedimento al primo grado o ad una fase anteriore, la prescrizione riprende il suo corso a partire dalla pronuncia definitiva di annullamento.

La riforma va inoltre a introdurre un limite di tempo massimo entro cui deve concludersi il giudizio, pena l’improcedibilità dell’azione penale. Nello specifico, tali limiti sono stati fissati in:

  • due anni per il giudizio d’Appello, con una proroga di un ulteriore anno valida per i primi tre anni dall’entrata in vigore della riforma;
  • un anno per il giudizio in Cassazione, prorogato di altri sei mesi per i primi tre anni di decorso della riforma.

Tutte queste novità, tuttavia, non si applicano ai reati non soggetti a prescrizione e puniti con l’ergastolo.