Salario minimo: quali paesi dell’Unione Europea lo hanno adottato?
La discussione sull’introduzione di un salario minimo in Italia è ancora in corso, mentre 22 paesi dell’Unione Europea l’hanno già adottato. Cipro è il più recente aderente, ma differenze notevoli nei livelli salariali sono evidenti, con il Lussemburgo che offre sei volte di più rispetto a Romania e Bulgaria.
L’Italia è in piena discussione da mesi riguardo all’eventuale introduzione di un salario minimo legale per le retribuzioni, mentre 22 Stati dell’Unione Europea, su un totale di 27, hanno già adottato questa misura.
L’ultimo paese aderente a questa tendenza è Cipro, che ha implementato il salario minimo dal 1° gennaio di quest’anno. Secondo Eurostat, le differenze nei livelli salariali tra nazioni sono notevoli, raggiungendo un divario di sei volte tra il Lussemburgo e Romania-Bulgaria.
Italia in attesa, Europa in azione
In Italia, la discussione e l’eventuale attuazione del salario minimo legale sembrano slittare fino all’autunno. Nel frattempo, molti paesi europei hanno già preso questa misura.
Il salario minimo rappresenta il compenso minimo garantito per un certo quantitativo di lavoro. Nel 2022, una direttiva dell’UE ha stabilito questo obbligo, a meno che l’80% dei lavoratori non sia coperto da negoziazioni sindacali.
L’ultimo paese ad adottare il salario minimo
Cipro è diventato il ventiduesimo paese dell’UE ad adottare il salario minimo legale, fissato a 940 euro al mese a partire dal 1° gennaio 2023. Alcuni paesi, tra cui Danimarca, Austria, Finlandia e Svezia, non hanno ancora introdotto una soglia minima di questo tipo.
Livelli salariali riflettono la diversità economica
Le differenze nei livelli di compensi tra nazioni riflettono in parte il costo della vita e la ricchezza nazionale. Il Lussemburgo spicca con un salario minimo di 2.508 euro al mese, sei volte superiore ai 399 euro della Bulgaria.
Variazioni e potere d’acquisto
Un terzo gruppo di paesi ha salari minimi inferiori a 1.000 euro al mese, tra cui Cipro, Bulgaria, Grecia, Portogallo, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Estonia, Slovacchia, Croazia, Ungheria, Lettonia e Romania.
Eurostat sottolinea l’importanza di considerare il potere d’acquisto, che varia da nazione a nazione, per una comparazione accurata dei salari. Questo approccio equilibra il confronto, indicando che solo nove paesi avrebbero retribuzioni inferiori a 1.000 euro al mese quando considerati i prezzi locali.