Smart working, si avvicina la scadenza: cosa succede dopo il 30 giugno

Rachele Luttazi
  • Esperta in welfare e bonus
  • Laurea Magistrale in Economia dell'Ambiente e della Cultura
14/05/2023

La scadenza del diritto allo smart working per lavoratori fragili e genitori si avvicina, e senza interventi governativi dovranno tornare in presenza. Si stanno diffondendo gli accordi aziendali come alternativa normativa per regolare il lavoro agile. 

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La scadenza del diritto allo smart working per i lavoratori fragili e i genitori con figli fino a 14 anni si avvicina, a meno che non ci siano accordi specifici con le aziende.

Nonostante l’OMS abbia dichiarato la fine dell’emergenza sanitaria legata al Covid, in Italia alcune misure rimangono in vigore. Fino al 30 giugno 2023 è ancora possibile lavorare in modalità smart working per queste categorie, ma dal primo luglio scadrà questa tutela legale.

Senza interventi governativi, i lavoratori fragili e i genitori dovranno tornare in presenza, a meno che non ci siano accordi individuali con le aziende. Attualmente, si stanno diffondendo gli accordi aziendali come alternativa normativa per regolare il lavoro agile, mentre il dibattito sullo smart working è tornato all’attenzione del Ministero del Lavoro.

Fine del diritto allo smart working per lavoratori fragili e genitori

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Secondo le attuali normative, i datori di lavoro pubblici e privati devono dare priorità alle richieste di quattro categorie di lavoratori per l’esecuzione del lavoro in modalità smart working: lavoratori con figli fino a dodici anni, lavoratori con figli disabili senza limiti di età, lavoratori disabili in situazione di gravità accertata e lavoratori che svolgono il ruolo di caregiver. Queste categorie godono di una protezione che impedisce il licenziamento, il trasferimento, la sanzione o la demansionazione se desiderano lavorare in modalità agile. Dopo il 30 giugno, senza interventi governativi, il diritto allo smart working non sarà più garantito.

L’alternativa degli accordi aziendali

Tuttavia, se un’azienda ha una percentuale di lavoratori in smart working prevista dalla contrattazione collettiva, le richieste delle categorie elencate avranno la priorità. Attualmente, si stanno diffondendo gli accordi aziendali come soluzione alternativa per regolare il lavoro agile. In assenza di una legge specifica, queste intese tra datori di lavoro e rappresentanze sindacali sono diventate il mezzo per disciplinare lo smart working. Ciò permette di adattare il lavoro alle esigenze dei lavoratori fragili e dei genitori con figli minori.

L’interesse del Ministero del Lavoro

Il dibattito sullo smart working è tornato all’attenzione del Ministero del Lavoro. Con la scadenza imminente del diritto allo smart working, il Ministero è chiamato a intervenire per definire nuove regolamentazioni che tutelino i lavoratori fragili e i genitori con figli minori. L’obiettivo è trovare un equilibrio tra le necessità di salute e famiglia dei dipendenti e le esigenze delle aziende.

Riduzione dei lavoratori in smart working

Secondo l’Osservatorio smart working del Politecnico di Milano, attualmente ci sono circa 3,6 milioni di lavoratori in smart working in Italia, quasi 500.000 in meno rispetto al 2021, quando durante la pandemia erano 7 milioni.