Superbonus 110: come cambia con il governo Meloni
Con l’insediamento nel nuovo governo, anche il Superbonus 110 si prepara ad essere modificato e le prime indiscrezioni sulle modifiche che il partito che ha ottenuto la maggioranza alle elezioni, vale a dire Fratelli d’Italia, provengono da fonti interne al partito stesso.
Sono diverse le questioni che il nuovo governo Meloni dovrà affrontare nei prossimi mesi, a cominciare dal Superbonus 110%. Secondo alcune fonti interne al partito, le proposte avanzate da Fratelli d’Italia proporrebbero una proroga dell’agevolazione con un credito d’imposta dimezzato ma a lungo termine oppure potrebbe essere diversificata in base al reddito del beneficiario o al tipo di immobile oggetto dei lavori.
Vediamo insieme nel dettaglio.
Superbonus 110: la proposta di FdI
Tra le priorità del nuovo governo Meloni rientra il riordino dei bonus edilizi, in particolar modo del Superbonus 110%. Sembrerebbe che Fratelli d’Italia stia valutando di mantenere il maxi sconto ma in una versione più contenuta, con un credito d’imposta del 60-70% garantita però a lungo termine, o potrebbe essere diversificata in base al reddito del beneficiario o al tipo di immobile oggetto dei lavori, più alta in caso di prima casa (non di lusso), più bassa per la seconda.
Tuttavia, saranno comunque tutelate le situazioni aperte, per evitare di pregiudicare famiglie e imprese già impegnate.
Superbonus 110%: attenzione alle scadenze
Il Superbonus 110% è operativo fino al 31 dicembre 2022 in rapporto agli interventi compiuti da persone fisiche sulle strutture unifamiliari, a patto che al 30 settembre di quest’anno siano stati compiuti lavori per almeno il 30% dell’intervento totale.
L’agevolazione rimane fino al 31 dicembre 2023 in relazione agli interventi compiuti dagli Iacp (ed enti con identiche finalità sociali) su immobili, di proprietà o gestiti per conto dei comuni, finalizzati ad essere aree di edilizia residenziale pubblica. Tuttavia, è necessario che al 30 giugno del prossimo anno siano stati svolti lavori per almeno il 60% dell’intervento totale. Identico termine vale anche per le cooperative di abitazione a proprietà indivisa, in riferimento ad attività ad hoc su immobili assegnati in godimento ai propri soci.
Tuttavia, con l’insediamento del nuovo governo si attendono importanti modifiche.