Superbonus: cosa succede se non si completano i lavori entro il 2023?
Una disputa nel governo italiano riguarda la scadenza del Superbonus 110%. Una proroga è stata richiesta anche per affrontare il problema dei crediti in sospeso e dell’indebitamento netto crescente, mentre Poste Italiane ha ripreso gli acquisti di crediti legati ai bonus edilizi con alcune restrizioni, e i contribuenti hanno l’opzione di “remissione in bonis” per vendere crediti d’imposta.
Il destino del Superbonus 110% è oggetto di una controversia all’interno del governo italiano, con il Ministro Giorgetti della Lega contrariato dall’idea di prolungare la scadenza al 31 dicembre, mentre Forza Italia spinge per un’estensione per i condomini ancora coinvolti nei lavori.
Superbonus: verso la proroga?
Alla fine di settembre, sebbene i lavori nei condomini avessero raggiunto il 74,7% di avanzamento, si rivelano ancora opere da completare per un valore di 12 miliardi di euro in 20.000 condomini.
La scorsa settimana, Forza Italia ha ottenuto un impegno governativo per una proroga del Superbonus al 110% di almeno tre mesi per i condomini che hanno già iniziato i lavori, sebbene questa promessa non sia vincolante.
Opzioni per l’estensione
Poiché il decreto Asset recentemente approvato non include una proroga, l’opzione di estendere la misura potrebbe essere considerata nella prossima legge finanziaria o in leggi di conversione entro il 31 dicembre 2023.
Soluzioni per i crediti in sospeso
Il governo esplora soluzioni per i crediti in sospeso, con un occhio ai dati che segnalano 350.000 famiglie in difficoltà e il rischio che ciò possa compromettere il Superbonus al 110%.
L’idea di una piattaforma dedicata ai crediti è stata abbandonata, e la questione principale riguarda le detrazioni del Superbonus accumulate sulle spese del 2022, con il rischio che rimangano inutilizzate.
Ripresa dei crediti e “Remissione in Bonis”
In risposta alle richieste del governo, Poste Italiane ha ripreso l’acquisto dei crediti legati ai bonus edilizi, con alcune restrizioni. L’opzione di “remissione in bonis” permette ai contribuenti di continuare a vendere i crediti d’imposta, ma richiede la comunicazione delle cessioni dei crediti e degli sconti in fattura relativi alle spese del 2022 entro la fine di novembre, con l’applicazione di una sanzione di 250 euro per ogni operazione di compravendita.