Taglio del cuneo fiscale: di quanto aumentano gli stipendi pubblici
Secondo quanto previsto dal Decreto Lavoro, il taglio del cuneo fiscale porterà a un temporaneo aumento degli stipendi, soprattutto per quanto riguarda il pubblico impiego. Vediamo insieme di quanto aumentano le buste paga.
Il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Commercialisti ha elaborato alcune simulazioni per Il Messaggero, utilizzando le retribuzioni medie dei dipendenti pubblici e l’intervento di riduzione del cuneo contributivo deciso dal governo. In base a queste simulazioni, gli insegnanti e gli infermieri sono le categorie che riceveranno il maggior numero di beneficiari, mentre i dipendenti degli enti pubblici non economici come l’Inps e l’Inail riceveranno l’assegno più alto.
Aumenti salariali per il pubblico impiego
Il pubblico impiego, che conta circa 2,2 milioni di dipendenti, riceverà degli aumenti salariali. Gli operatori dei ministeri vedranno un aumento netto mensile di 54,8 euro. Invece, i dipendenti delle Agenzie fiscali della “prima area” vedranno solo poche centinaia di lavoratori beneficiare della riduzione del cuneo contributivo.
Insegnanti e infermieri tra i maggiori beneficiari
Gli insegnanti e gli infermieri sono i lavoratori della scuola e della sanità che riceveranno maggiormente gli aumenti, rispettivamente di 58,5 euro e 59,4 euro netti mensili. Gli aumenti sono il risultato di una riduzione del cuneo fiscale deciso dal governo e vengono calcolati in base alla retribuzione media dei dipendenti di ogni categoria.
Dipendenti di Inps e Inail: il maggior assegno
I dipendenti degli enti pubblici non economici, come l’Inps e l’Inail, beneficeranno maggiormente della riduzione del cuneo fiscale deciso dal governo. A seguito del taglio del cuneo fiscale, questi dipendenti avranno un aumento netto mensile di 64,9 euro.
Sconto sui contributi: durata e criticità
Lo sconto sui contributi durerà solo 6 mesi e non sarà incluso nella tredicesima mensilità, quindi a dicembre il governo dovrà trovare le risorse per confermarlo anche nel 2024 o i dipendenti rischiano di avere minori buste paga. Si tratta di una criticità che richiede l’attenzione del governo e una pianificazione adeguata per garantire il mantenimento degli aumenti salariali anche nel futuro.