Taglio dell’Iva: quali prodotti costeranno meno nel 2023

Rachele Luttazi
  • Esperta in welfare e bonus
  • Laurea Magistrale in Economia dell'Ambiente e della Cultura
24/11/2022

Nella Legge di Bilancio approvata dal Consiglio dei ministri è stato approvato anche il taglio dell’Iva su alcuni prodotti che riguardano l’igiene intima femminile e l’infanzia. Vediamo insieme quali prodotti sono coinvolti.

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Inizialmente si era parlato della possibilità di introdurre il taglio dell’Iva su prodotti come il pane e la pasta ma alla fine il governo ha deciso di ridurre l’imposta soltanto su alcuni prodotti come quelli per l’infanzia e l’igiene intima femminile.

Nello specifico, l’Iva è stata ridotta dal 10 al 5% per entrambe le categorie. Vediamo insieme nel dettaglio su quali prodotti scenderà l’imposta.

Taglio dell’Iva: i prodotti coinvolti

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La Legge di Bilancio 2023 comprende dunque la riduzione dell’Iva dal 10% al 5% su alcuni prodotti, tra cui:

  • Latte in polvere;
  • Liquido per l’alimentazione dei lattanti o dei bambini nella prima infanzia condizionato per la vendita al minuto;
  • Preparazioni alimentari di farine, semole, semolini, amidi, fecole o estratti di malto per l’alimentazione dei lattanti o dei bambini, condizionate per la vendita al minuto;
  • Pannolini per bambini;
  • Seggiolini per bambini da installare negli autoveicoli.

Inoltre, il taglio dell’Iva riguarderà anche i prodotti per l’igiene intima femminile, come gli assorbenti e i tamponi, compresi quelli non compostabili.

Addio all’azzeramento dell’Iva su pane e pasta

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Alla fine, il governo Meloni ha deciso di accantonare l’ipotesi di azzerare l’Iva sui prodotti di prima necessità, come pane, pasta e latte, alla fine è saltata.

Il motivo è stato spiegato dal viceministro dell’Economia, Maurizio Leo in un’intervista al Sole 24 Ore. Secondo il viceministro, il rischio era che una misura del genere si trasformasse in un boomerang. Infatti, Leo ha dichiarato che un’esenzione del genere andrebbe:

A beneficio soltanto di chi il pane e il latte se lo può comprare, con il concreto rischio che la mancata detrazione dell’Iva per chi produce il pane o il latte finisca per andare a gonfiare i prezzi.

Inoltre, come sottolineato da più parti, un azzeramento dell’Iva su questi prodotti avrebbe un impatto molto modesto sulle tasche degli italiani.