Tari: come si calcola e quanto si paga?
La Tari è una delle tasse presenti nell’ordinamento italiano e che tutti i cittadini sono tenuti a pagare. Ma di cosa si tratta esattamente? Si tratta della tassa sui rifiuti e tutti sono tenuti a pagarla. Vediamo nel seguente articolo come deve essere calcolata e tutto quello che c’è da sapere.
Tari: cos’è e come si calcola? Entrata in vigore con la Legge n. 147/2013, la TARI, in estrema sintesi, è la tassa sui rifiuti. È una tassa di competenza comunale, che deve essere riscosso a livello locale, dal Comune dove sono collocati fisicamente gli immobili.
Approfondiamo insieme la questione insieme.
Tari: ecco cos’è e come funziona
Vediamo in primis come funziona la Tari e di cosa si tratta. Come la vediamo ora, la Tari è stata modificata dall’articolo 1, comma 639, della Legge n. 147/2013, la cosiddetta Legge di Stabilità 2014. Ha definitivamente sostituito la Tia. Il pagamento spetta a tutti coloro che detengo un diritto reale di proprietà su un immobile.
Tari: quando viene applicata?
La tassa viene applicata dal momento in cui un immobile o un’attività inizia a produrre rifiuti. Nel calcolo viene incluso solo l’immobile e le sue parti che sono in grado di produrre rifiuti. Le parti che non possono farlo, vengo escluse dal calcolo. Questo viene effettuato esclusivamente dal Comune di competenza.
Tari: chi deve pagarla?
Da chi deve essere pagata la Tari? I soggetti che sono tenuti al pagamento sono coloro che siano proprietari o che abbiano altro titolo di proprietà su un immobile, a prescindere che esso sia ad uso abitativo o lavorativo. I diritti per cui è necessario pagare la Tari sono i seguenti:
- locazione, salvo che si tratti di locazione transitoria;
- comodato d’uso;
- usufrutto;
- l’affittuario;
- proprietà.
Chi non deve pagarla?
Vediamo ora chi non deve pagare la Tari. Sono del tutto esonerati dal pagamento i soggetti che sono titolari di un’area che è inutilizzabile. Altri casi di inapplicabilità sono:
- aree scoperte pertinenziali o accessorie alle abitazioni civili. Rientrano, tra queste, le cantine, le terrazze scoperte, i giardini, i cortili, i balconi o i posti auto scoperti;
- le aree condominiali comuni, che non possono essere occupate in via esclusiva, quindi anche quelle, che nella prassi comune, vengono sfruttate quotidianamente, come gli androni e gli ascensori.