Tfr e Tfs in anticipo: l’INPS chiarisce chi può ottenerlo

Il trattamento di fine servizio si può richiedere e ottenere in anticipo? Questa domanda che riguarda molti contribuenti italiani è stata chiarita nelle ultime ore dall’Inps, che ha chiarito chi ne ha diritto, ma soprattutto qual è il costo di questa scelta. L’anticipo prevede infatti un interesse fisso di cui bisogna tener conto: vediamo insieme a quanto ammonta.

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Quanto costa fare domanda per ottenere l’anticipo del trattamento di fine servizio? A chiarirlo è l’Inps tramite una circolare che spiega il funzionamento della liquidazione dei dipendenti pubblici nelle due modalità esistenti. La circolare quindi riguarda i pensionati iscritti alla Gestione Unitaria Creditizia e Sociale.

Infatti, a partire dal febbraio di quest’anno, è stato reso possibile richiedere l’anticipo totale o parziale del trattamento di fine servizio che si è maturato. Tuttavia questa scelta ha un costo pari a un interesse dell’1% della somma spettante più una ritenuta sulle spese di amministrazione che è dello 0,5%. Conviene quindi aspettare o pagare l’interesse? Questo naturalmente varia da caso a caso.

Chi decide di richiedere l’anticipo ottiene tutta la somma spettante in una sola soluzione, la richiesta di pagamento unico si può inoltre solo dopo almeno 6 mesi dalla data in cui è stata fatta la domanda.

Trattamento di fine servizio anticipato: quanto costa e chi può fare domanda

INPS

Nel caso in cui però un lavoratore abbia fatto richiesta per più di un finanziamento alla Gestione Unitaria è possibile anche usare il pagamento di fine servizio in un altro modo, ovvero usarlo per saldare in parte o del tutto il debito che è stato contratto.

Tale opzione risulta tuttavia valida solo a precise condizioni: è infatti necessario che in questo caso il totale della somma dell’anticipazione del Tfr o Tfs sia pari o maggiore della cifra necessaria a coprire le spese del debito. Questo tenuto conto anche delle quote di interessi e delle spese per la ritenuta amministrativa.

Inoltre il tasso di interesse che l’Inps ha stabilito essere dell’1% non è fisso nel tempo, per cui nei prossimi anni ci potrebbe essere qualche variazione a riguardo, ma senza il rischio di formule retroattive che penalizzano che ne ha già fatto richiesta.